Sempre sui concorsi per gli insegnanti

Articolo da MilanoX Concorso per assumere 12.000 insegnanti, ma restano 200.000 precari (Luca Fazio)

Monti & Co. intendono bandire un concorso per assumere 11.892 professori nella scuola (nell’anno 2013/2014). Sarebbe il primo concorso dal 1999, quando un milione e mezzo di aspiranti docenti si presentarono all’esame di stato con il fatalismo di chi gioca al superenalotto. Sembrerebbe una cosa buona per tanti giovani laureati disorientati, come dire che i «tecnici» si stanno adoperando per recuperare brandelli della «generazione perduta». Invece i commenti oscillano tra l’imbarazzata soddisfazione di chi sostiene il governo (Pd e Pdl) e chi invece parla di annuncio «da cinegiornale dell’Istituto Luce del periodo fascista» (Idv). Inutile aggiungere che il peggio messo è il partito di Bersani che ieri, alla festa di Reggio Emilia, ha anche subìto la contestazione di un gruppo di precari cui non è stato concesso di portare un cartello davanti al ministro Profumo: «C’è puzza di concorso-imbroglio».
In mezzo, lo sgomento della Flc Cgil che parla di «trovata propagandistica» segnalando il problema dei problemi, e cioé quei 200 mila docenti precari già inseriti nelle graduatorie e che da circa un decennio lavorano nelle scuole avendo già superato le prove selettive per l’abilitazione all’insegnamento – peraltro ottenuto con criteri di selezione diversi destinati a creare ulteriore confusione. Sono forse meno giovani dei neo laureati cui ogni tanto va lisciato il pelo? Significa, forse, peggio per loro che sono invecchiati nella precarietà?
Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, non è contro l’assunzione dei giovani e proprio per questo invita il governo a non alimentare assurde illusioni vendendo fumo in un contesto dove la scuola vive un periodo di sofferenza drammatica. «Mi chiedo – spiega Pantaleo – che senso abbia oggi fare un concorso quando abbiamo 200 mila docenti già in graduatoria che sono precari da anni. Risolvere la loro situazione è una priorità. Ritengo che sia inaccettabile parlare d’altro quando questi precari hanno grandi competenze e da anni garantiscono il funzionamento della scuola italiana». Secondo Pantaleo, ciò che serve è un piano di stabilizzazione pluriennale dei lavoratori precari, «anche perché grazie alla riforma Fornero che ritarda l’età del pensionamento rischiamo di non avere più posti nelle scuole». Ben altro discorso sarebbe «discutere di potenziamento del tempo pieno, lotta alla dispersione scolastica e investimenti nelle scuole, insomma questioni aperte che non sono state affrontate dallo scorso governo e da quelli che lo hanno preceduto».
I diretti interessati, alcuni docenti precari che stanno raccogliendo firme contro il nuovo concorso (quasi 2 mila in poche ore), sono scandalizzati e parlano di «dilettantismo pernicioso, accanimento diffamatorio, giovanilismo stolido e violazione intollerabile dei diritti acquisiti». Sono i docenti del Coordinamento Precari della Scuola: «I precari non comprendono quale altra motivazione, oltre a quella della vigliacca umiliazione da infliggere all’unico comparto di lavoratori in grado di resistere con l’arma del pensiero critico al governo attuale, possa essere sottesa ad un così buffonesco, dispendioso e illegittimo provvedimento». Non meno dure le parole dell’Adida (associazione con 22 mila aderenti che tutela i precari di terza fascia): «Il nuovo concorso è una porcheria, un’ingiustizia sia per i docenti iscritti nella terza fascia, che per anni, con il loro lavoro, hanno garantito la continuità di molte scuole, che per quelli delle graduatorie ad esaurimento», dice il coordinatore nazionale Francesca Bertolini.
Luca Cangemi, del coordinamento nazionale Fds, parla di un inganno. «Abbiamo più volte denunciato come inaccettabile la proposta del concorso a cattedra senza sciogliere la vera questione della scuola italiana, cioè il risarcimento dei brutali tagli operati dalla Gelmini e confermati dal governo tecnico. Che senso ha organizzare la mastodontica e costosissima macchina di un concorso nazionale, mettendo in gioco meno di dodicimila posti? Siamo di fronte ad un inganno di un governo che cerca di distrarre l’opinione pubblica».
L’effetto annuncio, a due settimane dall’apertura delle scuole, potrebbe almeno aver svegliato il can che dorme. E se fossero gli insegnanti i primi ad interrompere la profonda dormita di massa degli italiani?

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