La risposta degli studenti a Profumo

Gli studenti della Rete della Conoscenza rispondono a Profumo, che li ha descritti come “una minoranza”. La lettera la trovate su Facebook e la riportiamo qui.

Il Ministro Profumo afferma che a partecipare alle proteste di questi giorni è stata una minoranza degli studenti e delle studentesse. Le affermazioni del Ministro non suonano nuove: sono quelle di chi, per la prima volta, è in difficoltà di fronte a centinaia di migliaia di studentesse e di studenti che gli chiedono di fare dietrofront rispetto alle politiche e ai tagli di questi anni e di fermare una proposta di legge che annulla la democrazia nelle scuole e i decreti attuativi della Riforma Gelmini che dequalificano e privatizzano le università e che rivendicano un vero diritto allo studio e non il prestito d’onore, forma d’indebitamento degli studenti, o le liberalizzazioni delle tasse che stanno provocando, e provocheranno, un sensibile aumento della contribuzione studentesca. Il Ministro non riconosce gli studenti come interlocutori, anzi banalizza le loro rivendicazioni, sceglie la politica della chiusura, del fingere di non vedere e andare avanti per la propria strada, anziché quella dell’ascolto, al di là della retorica che ha sempre accompagnato le sue dichiarazioni.

 

Dopo l’infelice uscita sul bastone e la carota, Profumo usa oggi l’argomento classico di tutti i ministri quando si sentono sotto attacco: “non siete rappresentativi, siete una minoranza”. Profumo, come la maggior parte dei suoi predecessori, è più interessato a denigrare chi lo contesta che non a interrogarsi sul suo operato e dimostra, così facendo, di avere un’idea di democrazia molto preoccupante. Se fossero scesi in piazza solo cento studenti e non i centomila del 12 Ottobre il Ministro avrebbe dovuto comunque ascoltare le loro richieste e “rappresentare quelle istanze”. La democrazia non è la dittatura della maggioranza e, nel caso il Ministro fosse convinto di questo, dimostreremo che nelle scuole e nelle università il Governo Monti non ha affatto questa maggioranza. Se crede di avere gli studenti davvero dalla sua parte verifichi se è reale o no il dissenso che in  queste settimane abbiamo portato nelle piazze di tutta Italia. Sfidiamo il ministro Profumo a lanciare una reale consultazione tra gli studenti e le studentesse di scuola e università, se è tanto sicuro di avere la maggioranza dalla sua parte e gli ricordiamo che finora l’unica forma (molto discutibile) di consultazione studentesca, quella sul valore legale del titolo di studio, non è stata particolarmente favorevole per il Ministro.

 

Dalle piazze di venerdì sono stati lanciati tre giorni di mobilitazione – 24, 25, 26 ottobre – in cui noi studenti e studentesse dimostreremo al Ministro come a non avere consenso nelle scuole e nelle università sia lui e le sue politiche: la privatizzazione, l’assenza di democrazia, l’asservimento dei saperi alle logiche di mercato.

 

Durante questi giorni di mobilitazione vogliamo discutere e mettere in pratica le nostre idee su scuole e università: vogliamo che i luoghi della formazione siano luoghi di democrazia e che siano accessibili a tutti e a tutte, vogliamo un sistema di diritto allo studio e di welfare che renda il libero accesso ai saperi una realtà e non una formula vuota, vogliamo che i saperi siano liberi e al servizio della società e non dell’economia.

 

Per questo non ci arrendiamo e vogliamo dire al Ministro che  ne riparleremo il 24, 25 e 26 Ottobre quando avremo bloccato le nostre scuole e le nostre università. Se non bastasse questo, saremo ancora in piazza a Novembre e a Dicembre e da lì da venire finchè la direzione in cui stanno andando scuola e università non sarà invertita.

 

 

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