Come sapete, il ministro Profumo sostiene che in Italia bisogna usare il bastone e la carota (ma poca carota…no, sono parole sue, non sto scherzando…). Ecco un articolo di commento da Il manifesto (9/10/12) – qui il link alla notizia su FLC-CGIL:
Roberto Ciccarelli
Ormai è ufficiale: il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha perso il controllo delle metafore: «Il Paese va allenato – ha dichiarato ieri a Genova durante la presentazione di un bando sulle «Smart Cities» nella sede della regione – Dobbiamo usare un po’ di bastone e un po’ di carota e qualche volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po’ meno la carota. In altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe».
Prendendola alla lettera, è un’affermazione di un’incredibile gravità. Dopo le cariche disordinate delle forze dell’ordine contro gli studenti medi di venerdì scorso, la boutade ispirata ad un’elementare morale del castigo fa rabbrividire. Perché venerdì 12 ottobre gli studenti torneranno in piazza sfilando in almeno 50 città e ieri hanno occupato tre scuole a L’Aquila. E il capitombolo retorico del ministro, che solo nella mattinata di ieri si era detto pronto a dialogare con gli studenti («le loro richieste in molti casi sono corrette – ha detto – ma non deve esserci violenza») rischiano di produrre effetti imprevedibili. E pericolosi per quanto riguarda la gestione dell’ordine pubblico visto che venerdì in piazza ci saranno decine di migliaia di studenti.
«Quella di Profumo – afferma Mariano Di Palma della Rete della Conoscenza – è la morale del re dei bastoni. Gli studenti, come tutti i cittadini per il governo sono un corpo sociale immaturo, incapace di leggere la realtà, a cui bisogna dare colpi e contentini a seconda delle convenzienze del suo ministero. Già il 5 ottobre ha dimostrato la sua idea sull’uso dei bastoni, trattando le rivendicazioni degli studenti come una questione di ordine pubblico e non come una questione sociale. In questi anni abbiamo già subito il bastone del voto in condotta, e di 8,5 miliardi di tagli alla scuola e di 1,4 miliardi all’università. Il 12 ottobre saremo in piazza per rivendicare un modello di istruzione non punitivo, nè repressivo, ma aperto a tutti e capace di costruire giustizia sociale».
Da Ferrara a Roma, da Reggio Calabria fino a Bassano del Grappa, passando per Padova e Torino, l’Unione degli studenti invaderà le strade contemporaneamente allo sciopero generale della scuola annunciato dalla Flc-Cgil al quale ha aderito il coordinamento precari scuola di Roma. «Quelle del ministro Profumo – sottolinea Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil – sono affermazioni insensate e gravi, chi ha responsabnilità di governo dovrebbe innanzitutto garantire il dialogo e non usare argomentazioni di stampo autoritario». Alle manifestazioni parteciperà anche l’Arci che si dice preoccupata per le conseguenze delle misure adottate dal governo sulla spending review, il sistema di valutazione delle scuole, la proposta Aprea che sancisce l’entrata dei privati «mortificando le rappresentanze studentesche e i processi partecipativi».
Profumo ha infine chiarito il senso delle sue affermazioni. Alludeva ad una «piattaforma culturale» articolata in sei punti utile per «mescolare il sangue» in un paese ostaggio di una «cultura di tipo cooptativo». E ha poi confermato che ci sarà un tablet in ogni classe. Fa parte della sua politica della carota. Ma il bastone?