Di fronte alla crisi economica e ai tagli ai finanziamenti a università e ricerca diverse voci si levano per giustificare razionalmente e politicamente le ragioni per cui finanziare lo sviluppo di conoscenza (pubblica) è importante. Ne riportiamo alcune recenti, segnalate da destrutturati vari: un gruppo di scienziati politici statunitensi rivendica la necessità di fondi perché gli studi che fanno sono importanti (funzionali) alla comprensione delle dinamiche politiche internazionali; un gruppo di studiosi europei firma invece un documento che spiega come lo sviluppo economico sia legato alla ricerca pura – perché da lì nascono le maggiori e più profittevoli innovazioni; infine, la sociologa Brigitte Nerlich, smonta gli argomenti precedenti riconducendoli alla stessa grammatica giustificativa, cioè ad una logica strumentale mentre, sostiene, il finanziamento alla ricerca si auto-giustifica nello sviluppo di un pensiero critico.