La retorica è chiara: l’università italiana è pessima, non produce ricerca, costa troppo, è un parcheggio per bamboccioni… L’ultima è la dichiarazione di Profumo di qualche giorno fa, per cui ci sarebbero troppi fuori corso, che comporterebbero (dixit) costi elevati e dimostrano che ‘siamo incapaci di rispettare i tempi’ (argomentazione basata su un presunto ‘carattere nazionale’…che dire, notevole e raffinata..del resto, cosa mai si chiede ad un ministro, ‘tecnico’, per di più). Ora, a parte che tutta questa retorica sui fuori corso non sta in piedi (vedi il chiaro intervento di Ferretti sul Fatto), cominciamo a parlare anche delle cose buone – anzi, continuiamo a farlo.
Per esempio, ecco due interessanti articoli di Sylos Labini, per cui L’Università Italiana non è tutta da buttare, come invece sostengono quelli che in un vecchio intervento definisce ‘i Bocconiani’. Del resto, l’Italia è la meta preferita degli studenti...