Protesta studentesca – 19 aprile

Articolo da Repubblica.it
In piazza, sugli autobus, sui tetti la protesta “action” degli studenti
E’ stata la giornata dei piccoli cortei, dei flash mob e dei sit-in in oltre cinquanta città italiane. Per difendere la propria condizione contro “un governo che non fa altreo che tagliarci il futuro”. E in preparazione dello sciopero generale del 6 maggio. di CARMINE SAVIANO
ROMA – Sono stati fedeli alla linea. Dopotutto, lo avevano promesso: “Vi sorprenderemo”. C’è chi mentre tornava a casa dal lavoro se li è visti piombare sull’autobus, all’improvviso, per chiedere una riduzione del prezzo dei biglietti. Chi se li è ritrovati di nuovo sui tetti delle università. E chi li ha riconosciuti con in mano i sacchetti della spazzatura, all’esterno della sede della regione Puglia. I ragazzi italiani impegnati nello Student Action Day hanno messo in atto una protesta diffusa, microspica. Una capillare manifestazione di tenacia e fantasia. Piccoli cortei, blitz, flash mob e sit-in in più di cinquanta città italiane. Per portare la mobilitazione in ogni angolo del Paese. E difendere la propria condizione contro un governo “che non fa altro che tagliarci il futuro”.
In movimento. A Roma e in altre città hanno scelto il trasporto pubblico. Zaino in spalla e via, tutti sul primo autobus avvistato. Un’improvvisa voglia di turismo? Neanche per sogno. Il motivo è “denunciare le discriminazioni che il Comune porta avanti nei confronti degli studenti fuori sede”. E passeggero dopo passeggero, gli studenti hanno diffuso le loro ragioni. “L’abbonamento ai trasporti pubblici comunali infatti costa 18 euro per gli studenti esclusivamente romani, mentre non vi hanno accesso gli studenti che sono venuti a Roma apposta per studiare”. La domanda dei fuorisede ci sta tutta: “E perché noi dovremmo pagare 30 euro come se non fossimo studenti?”.
Sui tetti. Poi i cortei. A Latina e Viterbo, Caserta e Avelino. E a Padova è scattata la campagna “Senza di noi Padova muore”, slogan che i cittadini della città lombarda troveranno su tutte le banconote che passeranno tra le mani dei ragazzi. E anche qui, le rivendicazioni non fanno una piega. Prima la premessa, affidata alla ferrea logica dell’economia. “La nostra è una città di 200 mila abitanti con un’università di 70 mila studenti che contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo della città”. Poi la richiesta: “Chiediamo all’amministrazione comunale di mettere da parte gli attacchi strumentali e di iniziare un percorso di confronto perché la città di Padova sia sentita come un bene comune, condiviso da tutti”. E, sempre a Padova, gli studenti hanno occupato la terrazza del Rettorato, per protestare contro la decisione del rettore di bloccare con guardie private gli ingressi del Bo. Dall’alto, hanno srotolato uno striscione con scritto “Voi rinchiusi e blindati, noi liberi e incazzati”.
Le altre città non stanno a guardare. A Milano, in Piazza della Scala i ragazzi hanno composto un puzzle gigante con la scritta “Costruiamo lo Sciopero Generale”. A Trieste flash mob sul tema della scuola pubblica vicino alla sede Cepu. A Torino, in piazza Castello, sfilata di clown sui temi del welfare e, alla fine, assemblea pubblica. A Siena e Firenze il tema era la lotta alla precarietà. Poi Napoli, dove gli studenti hanno organizzato un presidio sotto il Palazzo della Regione. E a Bari una delegazione di ragazzi “travestiti” da sacchi dell’immondizia ha chiesto maggiori investimenti per il diritto allo studio e facilitazioni sui consumi culturali e i trasporti.
Le ragioni. Per gli organizzatori dello Student Action Day, Link 1Unione degli Studenti 2, “siamo in una fase in cui la condizione di studente diventa sempre meno sostenibile e sempre più costosa”. Mentre, infatti, “le recenti riforme di scuola e università hanno reso il pendolarismo un fenomeno di massa, il costo dei trasporti continua ad aumentare”. E il taglio indiscriminato dei fondi per le borse di studio e le agevolazioni, non aiuta chi è “nelle fasce di reddito più basse”. Fantasia e richieste sacrosante. Con cui gli studenti si preparano a partecipare allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 maggio.

(19 aprile 2011)

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