Lezioni in piazza a Milano (14 ottobre)

Da Corriere Milano.

«IL GOVERNO HA I SOLDI PER LE BOMBE SUGLI AEREI IN AFGHANISTAN MA NON PER GLI ATENEI»
Università, lezioni in piazza dei ricercatori. Un centinaio di studenti alla Loggia dei mercanti. Il dipartimento di Fisica rimane occupato
MILANO – L’azoto liquido gonfia un palloncino. Una tavoletta di cioccolato si scioglie (in parte) con le onde che «viaggiano a 250 chilometri al secondo». La scienza scende in piazza. E le lezioni per gli universitari della Statale, diventano accessibili a tutti. Così davanti alla Loggia dei Mercanti non ci sono solo un centinaio di studenti, ma anche passanti, curiosi, ciclisti. Chimica, biologia, esperimenti. Insomma la protesta non si ferma.
Il dipartimento di Fisica, in via Celoria rimane occupato per la seconda notte. Mobilitazioni anche negli altri atenei. Nel mirino i tagli e il Ddl Gelmini, il cui voto è rimandato tra fine novembre e l’inizio di dicembre.
«Questa è l’occasione per cambiare le cose. Per pensare una riforma dell’università che sia condivisa e che parta dal basso», spiega Luca Galantucci, dottorando in Ingegneria aerospaziale. Già. La pensa allo stesso modo Elisabetta Colombo, professore associato in Matematica e Geometria: «È necessario ripensare governance, il ruolo di precari e ricercatori». La preoccupazione è soprattutto per i finanziamenti. «Il governo dice di non avere le risorse, però è pronto a dare i soldi per mettere le bombe sugli aerei in Afghanistan», sottolinea Antonio Giorgilli, ordinario di Fisica Matematica. E intanto si annunciano agitazioni anche a Medicina, Veterinaria, Farmacia, Agraria.
A Scienze Politiche è stata convocata, settimana prossima, un’assemblea generale. Invitati anche i lavoratori. Insomma la mobilitazione è condivisa. Anche dalle altre università. In Bicocca, dove le lezioni dicono essere regolari, uno spettacolo dei Filodrammatici. Gli studenti del terzo anno di Sociologia, «pur condividendo i motivi delle contestazioni», hanno però scritto una lettera al rettore Marcello Fontanesi, per chiedere «il regolare avvio dei laboratori, senza i quali non possiamo laurearci».
Benedetta Argentieri
15 ottobre 2010
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