Cosa possono fare (tra le altre cose) i “vertici” dell’università per sostenere la protesta

Da Repubblica di Firenze, riportiamo un interessante articolo…

Ingegneria minaccia dimissioni in blocco
Il preside di facoltà annuncia l’azzeramento dei vertici se la riforma Gelmini non ridurrà i tagli

Dimissioni in blocco di tutti i responsabili di Ingegneria se nel progetto di riforma del ministro Gelmini non saranno rivisti i tagli ai fondi per l’università. Ci sono tutti, dal preside ai direttori dei dipartimenti fino ai presidenti di corso di laurea tra i firmatari
della lettera inviata al consiglio di facoltà. Protestano contro le “drastiche iniziative legislative”. Tanto da aver deciso di “presentare collettivamente le dimissioni se non ci saranno significativi cambiamenti nel finanziamento del Sistema Pubblico Universitario e nel disegno di legge 1905”.

“Abbiamo lanciato una forma di protesta che speriamo sia ripresa da altri affinché abbia risonanza – commenta il preside, il professor Stefano Manetti – se ci sarà il taglio prospettato di 1,3 miliardi di euro al sistema universitario, si dovranno dimettere tutti, perché non ci saranno soldi sufficienti per gli stipendi”.

Il ddl andrà in aula la settimana prossima e le contestazioni non sono mancate. I ricercatori, il cui contratto dovrebbe passare da tempo indeterminato a un determinato di tre anni rinnovabile per altri tre, hanno già annunciato che si rifiuteranno di insegnare. L’Università di Firenze, invece, ha messo in piedi un coordinamento interfacoltà e ha
chiesto un incontro ai parlamentari toscani per spiegare i punti della riforma considerati critici.
(r. bian.)

This entry was posted in General, rassegna stampa. Bookmark the permalink.