Mozione del CdF di Scienze MFN UniTo a sostegno della protesta dei ricercatori.

Riceviamo e pubblichiamo. Da Unilex.


In calce trovate il testo della mozione approvata oggi dal Consiglio di
Facolta’ di Scienze MFN, che contiene un’esplicita manifestazione di
solidarieta’ alla protesta dei ricercatori da parte dell’intero
consiglio. La mozione e’ stata approvata all’unanimita’, con due astenuti.



Durante il dibattito e’ stato chiarito in modo esplicito (a scanso di
equivoci) che questa protesta ha effetto immediato: noi a meta’ marzo
consegneremo le rinunce all’attivita’ didattiche, revocabili se e solo
se ci saranno segnali significativi di recepimento delle nostre istanze
da parte del governo.
Questo ha fatto capire bene la concretezza della nostra protesta al
Preside, che comunichera’ senza indugi la situazione al Rettore e al
Senato, in modo che si attivino al piu’ presto per comunicare a chi di
dovere l’imminente stato di crisi della nostra Facolta’.
L’offerta formativa deve essere presentata entro meta’ maggio, quindi
il governo ha tutto il tempo di dare un segno di recepimento delle
nostre istanze prima che la situazione diventi irrecuperabile.
E’ in via di definizione il documento-manifesto della protesta.
I prossimi passi che seguiremo sono l’indizione di un’assemblea di
tutti i ricercatori dell’Ateneo per discutere l’estensione la protesta
a tutte le Facolta’ (assemblee si sono gia’ tenute a Farmacia,
Veterinaria, Psicologia e domani ad Economia), e l’organizzazione della
consegna collettiva e pubblica delle dichiarazioni di indisponibilita’
per meta’ marzo.

Un grande ringraziamento va ai colleghi cagliaritani e napoletani che
hanno battuto per primi questa via: l’auspicio e’ naturalmente che
anche gli altri atenei riescano ad andare oltre i dibattiti sulle varie
proposte CUN, Siena, Merafina e simili e passino ad atti concreti di
protesta.

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Il Consiglio di Facoltà di Scienze M.F.N. riunito il 23 Febbraio 2010
ribadisce la preoccupazione, già espressa con la mozione approvata nel
CdF del 16 novembre 2009, per le scelte che il Governo intende
intraprendere in relazione al Disegno di Legge ‘Gelmini’ per
l’Università, presentato dall’attuale Governo e attualmente in
discussione al Senato  della Repubblica.

In particolare, per quanto riguarda i futuri ricercatori, rileva come
l’introduzione del ricercatore a tempo determinato così come definito
nel DdL (ovvero, senza che venga contestualmente messo a bilancio un
posto di ruolo, come nella tenure track) allunghi in modo punitivo il
precariato e disincentivi fortemente i migliori talenti
dall’intraprendere la carriera universitaria.

Inoltre, a causa dei tagli ai finanziamenti, del blocco parziale del
turnover e della messa ad esaurimento del ruolo di ricercatore, diventa
concreto il rischio che i futuri concorsi da associato siano in numero
assolutamente insufficiente a garantire al contempo l’assunzione dei
ricercatori a tempo determinato e una congrua possibilità di carriera
agli attuali ricercatori, che da anni svolgono un ruolo insostituibile
per mantenere l’offerta formativa.

Il CdF prende atto che per i suddetti motivi i ricercatori della
Facoltà, riunitisi in assemblea il 18 Febbraio, hanno manifestato per
protesta l’intenzione di non partecipare alle commissioni di laurea a
partire dalla sessione estiva 2009-2010 e di rinunciare all’attività
didattica (non obbligatoria per legge) a partire dall’Anno Accademico
2010-2011, e manifesta loro la propria solidarietà.

Il Consiglio di Facoltà chiede quindi al Magnifico Rettore di farsi
portavoce del disagio e delle preoccupazioni dei membri del Consiglio
presso le sedi opportune (MIUR, CRUI, CUN, etc.) al fine di promuovere
radicali modifiche del disegno di legge, tramite le quali vengano
previsti per gli Atenei:

– finanziamenti adeguati al ruolo fondamentale svolto dagli Atenei nel campo della ricerca e dell’alta formazione;

– una governance competente e responsabile, rispettosa dell’autonomia
dell’Ateneo ed espressione pienamente democratica dalle sue varie
componenti;

–  percorsi di reclutamento in grado di motivare gli studiosi più capaci ad intraprendere la carriera universitaria;

– un’articolazione della docenza che riconosca agli attuali ricercatori
l’effettiva funzione docente, il diritto a reali opportunità di
carriera che tengano in conto anche l’attività didattica svolta, la
partecipazione piena con pari dignità agli organi di governo
dell’Università.

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