Bari, l’ateneo si ribella a parentopoli (articolo da repubblica)

Articolo da La Repubblica.

Per la prima volta i docenti votano contro una vincitrice di concorso. Il professore che ha detto basta: "Non ne potevo più di vedere il nostro nome macchiato"

Bari, l’ateneo si ribella a parentopoli a Medicina stop alla figlia del "barone"

di GIULIANO FOSCHINI 

BARI – In questi anni è diventata famosa in tutta Italia come l’accademia delle famiglie, l’Ateneo delle Parentopoli. Ieri l’università di Bari si è ribellata contro il nepotismo. La facoltà di Medicina ha deciso per la prima volta, a maggioranza, di non assumere come professore associato Maria Luisa Fiorella, fresca vincitrice di un concorso bandito nel 2005: la dottoressa è figlia di Raffaele Fiorella, storico barone barese e direttore della clinica dove la docente lavora e avrebbe dovuto continuare a insegnare. "La misura era colma: bisognava dimostrare che le cose sono cambiate, che la schiena ora è dritta. Per il rispetto al nostro lavoro e a quello dei nostri studenti e pazienti, non potevamo più permetterci un nuovo scandalo" spiega il professor Giovanni Lapadula, ordinario di Reumatologia. È stato lui – quando sembrava tutto fatto per l’assunzione – a prendere la parola nel corso del consiglio per esprimere tutto il suo dissenso sulla decisione che la facoltà stava per prendere. Ha chiesto anche ai colleghi di dire la loro, con il voto segreto. Nel consiglio non ha fiatato nessuno, "nessuno ha preso la parola, soltanto dopo ho avuto tanti attestati di stima" dice Lapadula. I professori hanno votato. Ed è arrivata la sorpresa: 43 voti per la Fiorella, 27 per l’altro docente vincitore del concorso, il bresciano Giorgio Peretti, 33 bianche e 6 nulle. Quorum non raggiunto, nessuna assunzione.

"A me dispiace per la collega, com’è chiaro non c’è niente di personale, ma la situazione era insostenibile" ricostruisce Lapadula. "Non ne posso più di vedere il nostro nome di bravi professionisti macchiato". La vicenda della professoressa Fiorella era stata oggetto nelle scorse settimane di una serie di mal di pancia e di una denuncia anonima, come raccontato da Repubblica. Il suo sarebbe stato l’ennesimo caso di padri e figli che lavorano insieme nell’università barese. Per arginare il fenomeno il Rettore, Corrado Petrocelli, primo in Italia aveva voluto e approvato un codice etico che regolamentasse le incompatibilità tra parenti sino al secondo grado. Ma fatta la legge, era stato trovato l’inganno: a Economia un anno fa era stata assunta la figlia di un professore, dopo che il papà si era trasferito nella sede distaccata di Taranto. Anche la professoressa Fiorella aveva fatto una domanda simile chiedendo di lavorare in un reparto diverso da quello del papà, ottenendo anche il lascia passare dell’autorità garante del codice etico. "Ma la situazione comunque restava quella: in consiglio è venuto a chiedere l’assunzione il vice direttore del dipartimento, che ha sostituito il padre della professoressa… " dice Lapadula, che ha un figlio medico ma che lavora a mille chilometri da Bari ("è una regola che gli ho dato quando si è iscritto all’università").

Il caso ha creato non poco scompiglio in facoltà. "È la prima volta che accade una cosa del genere" ammette il preside, Antonio Quaranta, anche lui otorino e anche lui con un figlio che lavora al suo fianco. "In questa storia io ci tengo a rimanere terzo, non voglio sembrare di parte. Ma ci tengo altrettanto a dire che bisogna aspettare per dire che non c’è stata la chiamata: io non le conosco, ma non vorrei che sentenze del Consiglio di Stato cambiassero le carte in tavola". 

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