Copenhagen, Christiania e gli arresti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo appello. Per adesioni, si rimanda alla mail in calce. 

Care/i tutte/i,

scrivo per chiedervi di attivarvi in tutti i modi possibili per la scarcerazione immediata di Luca Tornatore.

Luca, un compagno della rete di Uni.Nomade (ricorderete tutti il suo intervento all’ultimo seminario di San Servolo), astrofisico, residente a Mestre, sposato e padre di una bambina di otto anni, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste e attivista della Casa
delle Culture, si trova dalla scorsa settimana a Copenhagen per partecipare, con la delegazione italiana (oltre 200 persone) della Campagna “See You in Copenhagen”, di cui è uno dei portavoce pubblici e riconosciuti, alle iniziative organizzate in occasione della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 15).

Lunedì sera si è recato nel quartiere di Christiania per intervenire al dibattito organizzato dalla rete “Climate Justice Action” con la partecipazione di Michael Hardt e Naomi Klein, e un migliaio di persone tra il pubblico. Mentre il dibattito era in corso, ad alcune centinaia di metri, un gruppetto di persone vestite di nero ha attaccato, lanciando oggetti ed erigendo una barricata successivamente incendiata, la Polizia danese che stazionava in forze ai margini del quartiere. Questo gruppo, dopo aver colpito, si è dato alla fuga verso l’interno del quartiere, dove nel frattempo il dibattito si era concluso e centinaia di persone si erano fermate nei locali della zona. L’azione ha dato il pretesto alla Polizia danese per effettuare un vero e proprio rastrellamento di massa per le strade e all’interno dei pubblici esercizi di Christiania, procedendo al fermo di circa duecento persone (tra cui alcune decine di italiani) che sono state condotte ammanettate ai Centri detentivi.

Mentre la quasi totalità dei fermati sono stati rilasciati tra la tarda notte e le prime ore del mattino, Luca Tornatore è stato condotto davanti ad un Tribunale con pesanti accuse (lancio di oggetti e resistenza aggravata a pubblico ufficiale), senza alcuna prova, ma basate
esclusivamente sul rapporto e le testimonianze della Polizia. Nel tardo pomeriggio, il Tribunale ha convalidato il suo arresto, fissato la prima udienza del processo per il prossimo 12 gennaio e disposto, fino ad allora, la sua detenzione cautelare in carcere.

Luca sta probabilmente pagando il ruolo che, a viso aperto, ha avuto nelle manifestazioni di questi giorni. La sua vicenda, così come gli oltre milleduecento fermi preventivi già compiuti in soli tre giorni dalla Polizia danese, non può che destare grande preoccupazione in merito
all’effettiva garanzia della libertà d’espressione e del diritto a manifestare, sanciti dalla Costituzione danese e riconosciuti dalla Carta Europea, a cui la Danimarca così come il nostro Paese aderisce.

Di seguito vi trasmetto il testo dell’Appello diffuso in queste ore nell’ambiente scientifico e accademico, che ha tra i suoi promotori la prof.ssa Margherita Hack. Firmatelo, fatelo firmare e comunicate la vostra adesione:

 

APPELLO PER L’IMMEDIATO RILASCIO DEL DOTTOR LUCA TORNATORE

Luca Tornatore non è solo un amico fraterno di chi scrive questo appello.
Luca è un assegnista di ricerca al Dipartimento di fisica dell’Università di Trieste. E’ uno scienziato, uno di quelli che alla passione e alla voglia di cambiare il mondo uniscono, dunque, una riconosciuta competenza.
Questi sono gli ingredienti che lo hanno spinto, assieme a centinaia di attivisti ambientalisti italiani, a recarsi a Copenhagen. Luca è nella capitale danese per  pretendere giustizia climatica, per confrontarsi all’interno del Climate Forum, per capire e per intrecciare relazioni con chi (come noi e lui) pensa che l’emergenza ambientale debba essere affrontata a partire da una democratizzazione delle decisioni e non attraverso la delega a chi l’ha provocata o a chi la sta peggiorando (siano essi vecchi o nuovi attori di rilievo del panorama geo-politico).
Luca Tornatore si trova oggi in stato di arresto, fermato assieme ad altre decine persone dopo aver partecipato ad un dibattito!! Luca, come centinaia di altri, non ha commesso alcun reato. Il suo fermo è stato confermato non sulla base di prove, ma proprio per punire il suo impegno, la sua visibilità pubblica e la sua competenza.
Ci sarebbe da ridere, ma quello che sta succedendo a Copenhagen non ha precedenti. Il solo fatto di trovarsi per strada rende passibile di fermo, l’arresto preventivo (già di per sé strumento mostruoso dello stato d’eccezione) è stato abusato senza vergogna. Sono stati calcolati più di
millecinquecento fermi di polizia, praticamente tutti ingiustificati. La capitale Danese, ormai un ex simbolo della socialdemocrazia, si è trasformata in una vera e propria città di polizia.
Noi pretendiamo il rilascio immediato del Dott. Luca Tornatore, prima di tutto perché totalmente innocente, poi perché la sospensione dello stato di diritto, le provocazioni e le menzogne rendono la mancanza di Luca insopportabile per tutti noi e per tutti quelli che condividono, con serietà, le sue preoccupazioni per il futuro del nostro pianeta.

Trieste – Venezia, 15 dicembre 2009

Per adesioni scrivere a : giuseppe.caccia(at)unito.it

This entry was posted in alleati destrutturati. Bookmark the permalink.