La Commissione avvia un’azione legale contro l’Italia accusandola di finanziamento discriminatorio degli studi
La Commissione europea ha deciso di intraprendere un’azione legale contro l’Italia poiché questa ha indetto un concorso per l’assegnazione di appartamenti ad affitto agevolato a studenti universitari basato su due condizioni discriminatorie: essere cittadino italiano e aver risieduto nel territorio nel quinquennio precedente. La Commissione invierà oggi una lettera di costituzione in mora alle autorità italiane che hanno due mesi per rispondere – questo è il primo passo della procedura d’infrazione.
"La libera circolazione delle persone è un principio fondamentale dell’UE ed assicura che i cittadini non siano discriminati sulla base della nazionalità. Un finanziamento degli studi concesso agli studenti sotto forma di agevolazione abitativa è un vantaggio sociale che deve essere garantito senza discriminazione nei confronti dei lavoratori migranti e dei loro figli," ha dichiarato Vladimír Špidla, commissario UE responsabile per l’occupazione e gli affari sociali, e ha aggiunto "l’Italia deve modificare la sua normativa e rispettare il diritto alla parità di trattamento".
Il bando di concorso pubblicato dalla Provincia di Sondrio ("Bando di concorso per il conferimento di alloggi a Milano per studenti universitari della provincia di Sondrio", 2008/2009) riguarda l’accesso per gli studenti ad appartamenti ad affitto agevolato di proprietà della Provincia di Sondrio e siti a Milano, la città più vicina che offre corsi universitari. Per partecipare al concorso uno studente deve possedere, tra altri requisiti, due condizioni cumulative: essere cittadino italiano ed aver risieduto nella provincia nel quinquennio precedente.
Conformemente alla normativa comunitaria sulla libera circolazione delle persone, i lavoratori migranti devono godere degli stessi vantaggi sociali di cui fruiscono i lavoratori nazionali. Si noti inoltre che i figli dei lavoratori migranti hanno diritto ad essere iscritti ai corsi d’istruzione generale alle stesse condizioni che si applicano ai cittadini del paese.
La condizione di nazionalità fissata in Italia potrebbe quindi rappresentare una discriminazione diretta contro altri lavoratori dell’UE e i loro familiari mentre il requisito di residenza configurerebbe una discriminazione indiretta, anch’essa vietata dalla normativa comunitaria. Questa condizione andrebbe probabilmente a detrimento di cittadini di altri Stati membri poiché i non residenti sono, per la maggior parte, stranieri.
Libera Circolazione UE