Riceviamo e pubblichiamo, dall’ANDU:
1. La nascita e la ‘vita’ del precario
2. Il fasullo reclutamento in ruolo
3. La soluzione
1. La nascita e la ‘vita’ del precario
Invitiamo a leggere l’intervento di Ilaria Agostini "Il gioco del silenzio", sul Manifesto dell’8 settembre 2009. Per leggere l’intervento cliccare qui.
Per leggere, sempre sul Manifesto, la breve nota sull’intervento di Agostini cliccare qui.
2. Il fasullo reclutamento in ruolo
Invitiamo a leggere l’intervento di Stefano Zecchi "Cervelli in fuga? Peggio quelli inutili che restano", sul Giornale dell’8 settembre 2009. Per
leggere l’intervento cliccare qui.
3. La soluzione
Riteniamo che solo con la riforma proposta dall’ANDU (v. piu’ sotto) si puo’ porre veramente fine al nepotismo accademico e finalmente si lascerebbe ai docenti di qualsiasi livello la possibilita’ di svolgere piu’ liberamente, piu’ proficuamente e piu’ serenamente l’attivita’ di ricerca e
di insegnamento.
Sottolineiamo inoltre che non e’ vero (come alcuni continuano a sostenere) che per i concorsi universitari tutto e’ stato gia’ (inutilmente) provato e invitiamo a riflettere sul fatto che per i concorsi di INGRESSO nel ruolo della docenza (dal 1980 quello a ricercatore) MAI si sono ‘provati’ i concorsi veramente nazionali, TOTALMENTE sganciati dal ‘maestro’ che ha ‘allevato’ il suo allievo e che ritiene di avere il diritto-dovere di farlo entrare in ruolo e di fargli fare carriera.
In questa direzione si potrebbe anche prevedere un graduatoria dei vincitori dei concorsi nazionali per il reclutamento, facendo scegliere ai
vincitori stessi, seguendo l’ordine della graduatoria, la sede tra quelle che hanno bandito i posti.
LA PROPOSTA DELL’ANDU
Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico, articolato in tre fasce con uguali mansioni. Ingresso (v. specificazioni sotto) nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella terza fascia) e passaggio di fascia per idoneita’ nazionale individuale (a numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facolta’ dove il docente gia’ lavora e continuera’ a lavorare. Per il passaggio di fascia e’ indispensabile prevedere uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali.
Le commissioni nazionali, per i concorsi e per i passaggi, devono essere interamente sorteggiate e composte da soli ordinari.
Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura definita da una legge che preveda adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternita’,
ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza.
Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di almeno 20.000 posti di terza fascia, con cancellazione dell’attuale giungla di figure precarie.
Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore, prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facolta’ e l’accesso
ai fondi di ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati.
Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali.
Specificazioni sul reclutamento.
I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali.
La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a sedi diverse, escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti e prevedendo non piu’ di un componente appartenente ad una stessa sede.
Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato,
assegni, borse, incarichi, ecc.