Aquis, luci e ombre

Due articoli sull’Aquis. 

BOLOGNA — Non è un addio, giurano.
Nessuna secessione dalla Crui, rassicurano. Certo è che l’aria che si
respirava ieri mattina, nell’aula absidale dell’Alma Mater bolognese,
tutto aveva fuorché il sapore di una marcia indietro. A una settimana
dall’invio del documento ai candidati premier, con la (ri)apertura del
dibattito su criteri di merito e assegnazione dei fondi, i rettori
degli 11 atenei firmatari—Politecnica delle Marche, Bologna, Calabria,
Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Modena e Reggio Emilia, Padova,
Roma Tor Vergata, Politecnico di Torino, Trento e Verona —, con
l’aggiunta di Ferrara, si sono seduti intorno a un tavolo e hanno
rilanciato. La proposta: un’associazione che raccolga le università
«più produttive e virtuose» del Paese. Il nome: Aquis, cioè
Associazione per la qualità delle università italiane statali.
L’obiettivo: «migliorare la reputazione internazionale» degli atenei
pubblici, «promuovere la qualità di formazione, ricerca scientifica e
organizzazione », «proporre strategie per la definizione di obiettivi e
programmi comuni con Parlamento e Governo».

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–>Nasce il club dei 19 atenei d’élite:
«Noi i migliori, dateci più fondi»
", articolo del Corriere della Sera, 16/03/2008 (link e versione pdf)

Un articolo più critico su lavoce.info del 25/03/2008:

Ciò detto, l’iniziativa non appare
esente da critiche. Innanzitutto per il metodo proposto. L’idea che
siano le università stesse a certificare il proprio operato,
autoproclamandosi “di qualità” sulla base di indicatori scelti
dagli stessi proponenti, è singolare.
[…]
Anche i criteri
scelti dai rettori sono discutibili. Perché il numero di studenti
dovrebbe essere un fattore di qualità discriminante?
[…]
Vi è poi
l’obiezione riguardo a chi debba essere soggetto a valutazione.
Supponiamo che un’università risulti eccellente nella ricerca
grazie al dipartimento di fisica o di matematica. Perché dei fondi
derivanti dal comportamento virtuoso di tali dipartimenti dovrebbero
beneficiare anche dipartimenti dello stesso ateneo che non si sono
distinti nella ricerca? Molto più logico sembra che la valutazione
sia fatta a livello di dipartimento e non di ateneo.
[…]

continua su "Il Club degli eccellenti" (link e versione pdf)

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