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La scuola, l’università e la ricerca sono state oggetto delle uniche riforme strutturali varate dal governo Berlusconi ovvero dal governo del “con la cultura non si mangia” e del “perché dobbiamo pagare uno scienziato quando facciamo le scarpe migliori del mondo”. – Un articolo di Sylos Labini da MicroMega, che si legge qui.

Alessandro Robecchi, “Laureati al capolinea”, da MicroMega: “Prima serviva la laurea, senza laurea non sei nessuno e non vai da nessuna parte. Poi contrordine: ci vuole il master. Anzi, possibilmente il master all’estero. E il dottorato? Dove lo mettiamo il dottorato, eh? E un po’ di ricerca sottopagata non la vogliamo fare? E su, coraggio! Poi, dopo i trentacinque anni, eccoti pronto per il posto di lavoro, che ovviamente non può prescindere da qualche capacità manuale. Come per esempio cancellare dal curriculum la laurea, il master e il dottorato, altrimenti al call-center temono di assumere un pericoloso intellettuale.” Si legge qui.

Un articolo di Ciccarelli da Alfabeta2 sul concorso per l’insegnamento nelle scuole superiori: “Il «concorsone» è l’ultima stazione per chi pensa che un contratto a tempo indeterminato nella scuola, anche in quella primaria o nella media, potrebbe aiutare ad arrivare a fine mese. Milleduecento euro farebbero comodo anche a chi non è mai stato iscritto in una graduatoria, né ha mai insegnato stabilmente, nemmeno con una supplenza di un mese. Diciotto ore di lavoro a settimana, esclusi i consigli di classe e la correzione dei compiti, sembrano una prospettiva favolosa per chi fino ad oggi ha svolto una professione, certamente precaria, sbarcando il lunario per necessità o per passione, lavorando 18 ore al giorno e gli studi se li è lasciati alle spalle dalla laurea che deve avere conseguito improrogabilmente entro il 2001.” L’articolo si legge qui.

In attesa del ministro Fornero, gli studenti occupano l’Orientale di Napoli – servizio e foto su Repubblica; Corriere Università; InfoAut. Qui la diretta dell’incontro con Profumo, che invita i giovani a visitare le fabbriche…(cominciamo da Pomigliano?)

“La nuova frontiera è il ripensamento del tempo-scuola: eliminare un anno di scuola superiore. Risparmio stimato: circa 3 miliardi di euro. Un bottino niente male. Naturalmente, ce lo suggerisce l’Europa. Ma non è vero.” Un articolo da Pubblicogiornale, che si legge qui.