Università – Italia fuori dalle prime 100 nella classifica del Times (dal Sole24ore)

Università: Harvard si conferma al vertice. Bologna prima delle italiane ma è 174esima

di Luigi dell’Olio

 
Università di Harvard

 

Harvard, davanti a Cambridge e Yale. Come ogni autunno, si rinnova l’appuntamento con la classifica del Times Higher Education sui migliori atenei del mondo e i primi posti non si riservano sorprese: il podio è lo stesso dello scorso anno, con la seconda e la terza che invertono le posizioni.
La vera notizia, almeno per noi italiani, è che per trovare il primo ateneo di tricolore occorre scorrere la graduatoria fino alla posizione 176. Qui si trova, infatti,Bologna che quanto meno può essere soddisfatta del balzo di 18 posizioni compiuto nell’arco di dodici mesi. Più in generale, il quadro che viene fuori boccia il sistema universitario italiano, pur con qualche scusante.

Dominio anglosassone 
Tornando ai piani alti della classifica, ai piedi del podio si piazza Yale, davanti all’University College di Londra (in crescita di tre posizioni rispetto allo scorso anno), all’Imperial College della capitale britannica (in crescita di un posto) e a Oxford. La top ten è completata da un quartetto di atenei statunitensi: Chicago, Princeton, Massachussets Institute of Technology e California Institute of Technology. Guardando complessivamente la top 100, emerge un dominio di atenei anglosassoni – sono 54, di cui 36 statunitensi e 18 britanniche – e un’avanzata delle scuole asiatiche che hanno adottato analoghi modelli di insegnamento: così l’University of Tokyo è 22esima, Hong Kong 24esima e la Kyoto University 25esima.
I criteri di scelta premiano il modello anglosassone
Harvard, che ha avuto tra i suoi allievi più illustri presidenti di oggi e di ieri come Barack Obama, George W. Bush, John Kennedy, oltre che 75 premi Nobel, si è vista ribadita la fiducia dei docenti di tutto il mondo. Diversamente da altre graduatorie internazionali che seguono criteri qualitativi – come quelle del Financial Times -, infatti, quella del mensile inglese è basata essenzialmente sul peer-review, termine inglese che si potrebbe tradurre come "revisione da parte dei pari". In sostanza, l’idea alla base è che non vi sia nessuno più affidabile dei colleghi riconosciuti a livello internazionale (poco più di 2mila quelli interpellati) per esprimere un giudizio sulla qualità del lavoro proposto. Un altro criterio utilizzato è il "citation per paper", che passa al setaccio le pubblicazioni dell’ultimo decennio su giornali scientifici, anche qui senza seguire tuttavia criteri esclusivamente quantitativi, ma valorizzando i dati secondo una serie di parametri. Seguono il rapporto tra docenti e allievi e il tasso di internazionalizzazione, dato dalla percentuale del personale accademico e degli studenti provenienti da altri.

Europa penalizzata, ma l’Italia è in forte ritardo 
Il risultato è che a primeggiare sono i soliti noti: atenei di primissimo piano per qualità scientifica, livello dell’insegnamento e possibilità di impiego successivo, ma che inevitabilmente beneficiano della loro diffusa conoscenza tra i "giurati". Mentre viene penalizzato il modello classico europeo: la prima università del Vecchio Continente (esclusa la Gran Bretagna) è l’Eth di Zurigo (20esima), mentre l’Ecole Normale Supérieure è 28esima.
Performance non entusiasmanti, ma di gran lunga migliori rispetto a quelle fatte segnare dall’Italia: come detto, la prima è Bologna (178esima), seguita dalla Sapienza di Roma (205esima). 
Numerose le reazioni del mondo politico e accademico a questi risultati. Tra gli altri, il ministero dell’Istruzione Mariastella Gelmini vede nella classifica "una conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto, cioè che il sistema universitario italiano va riformato con urgenza". Quindi prosegue: 
"Siamo agli ultimi posti nelle classifiche mondiali: per questo motivo presenteremo a novembre la riforma dell`Università, con l`obiettivo di promuovere la qualità, premiare il merito, abolire gli sprechi e le rendite di posizione". Il presidente della Crui, Enrico Decleva, ricorda che ormai quello del Times Higher Education Supplement è "un rito annuale. A ogni inizio d’autunno la classifica arriva puntualmente a ricordarci quanto il sistema universitario italiano sia indietro rispetto agli standard di eccellenza mondiali. E ogni anno è peggio". Quindi precisa: "Forse sarebbe anche il caso di interrogarsi sugli indicatori che producono quella particolare classifica: fatti apposta per valorizzare una particolare tipologia di universitá. Quella statunitense e anglosassone, assunta come modello anche dai paesi asiatici che stanno ottenendo i risultati più brillanti".

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Manifestazioni del mondo della scuola – qualche notizia

Da Repubblica on line (vedi). Da Corriere on line milano (vedi), sul nazionale nemmeno una notizia. 

Uniriot (vedi); reuters (vedi

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Prossimo Coordinamento DiversamenteStrutturati

Si terrà martedì 6 ottobre alle ore 18 a Scienze politiche.

Si discuterà di (generale): giornata nazionale del ricercatore (UniCal); aperitivo di autofinanziamento; relazioni (assegnisti Statale, insegnanti precari); varie ed eventuali…

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Piattaforma rivendicativa FLC-CGIL

Ricebiamo e pubblichiamo, dal nazionale, la piattaforma rivendicativa proposta da FLC-CGIL: Piattaforma rivendicativa Coordinamento Nazionale Precari Università FLC Cgil – Settembre 2009.pdf

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Molto importante: Cosa sta succedendo in Festa del Perdono?

Riportiamo un importante intervento pubblicato su Uninversi.org (questo il link per la pagina)

Vanno…vengono…alle volte "saltano".  
No, non sono le nuvole di De Andrè, parliamo dei senati accademici e delle loro velleità di gestire il buon governo della vita universitaria. Per oggi, martedì 22 settembre, era infatti prevista una sessione straordinaria a causa del rinvio della scorsa settimana e, puntualmente, il senato è saltato a causa dell’incapacità dell’amministrazione dell’ateneo metrolombardo di dialogare con i suoi studenti…ripercorriamo in breve la storia di queste settimane. 
In seguito ad una partita di calcio convocata da un gruppo di studenti nel mese di marzo, la dirigenza fece pervenire, con posta prioritaria, una decina di lettere di convocazione selezionate con cura certosina in collaborazione con il piccolo popolo di via Fatebenefratelli. Purtroppo la maggioranza delle convocazioni in questione furono recapitate a studenti non-studenti, insomma a dei giovani non iscritti all’università e solo cinque degli sventurati furono infine precettati dalla commissione giudicante.

E’ a questo punto della storia che si presenta la commissione disciplinare: con funzioni all’apparenza consultive, ed un regolamento che nessuno ha mai letto, la suddetta commissione si è riunita per la prima volta in data 7 settembre, allo scopo di giudicare di una fattispecie (la famigerata partita di calcio) di sei mesi prima. Parliamo quindi di uno strumento repressivo creato ad hoc per contrastare lo sport in università…con effetto retroattivo e regolamento non pervenuto! In altre parole, un intrigante esempio di giurisprudenza sperimentale a scopo interno. Alcuni degli studenti interessati ed i loro sodali si sono recati in giornata al senato accademico allo scopo di presentare queste ed altre rimostranze, le eventuali sospensioni minerebbero infatti la possibilità per questi studenti di proseguire il normale svolgimento degli studi, ostacolando "de facto" il diritto allo studio di cui in tanti si riempiono la bocca. Come accennavamo in apertura il senato previsto per oggi è saltato poichè, piuttosto che avere a che fare con questa mandria di scellerati, gli inquilini del piano di sopra si sono barricati impedendo ai membri stessi di senato e commissione di accedere al conclave. In attesa di nuovi intraprendenti esperimenti di giurisprudenza universitaria vi invitiamo a mettere a fuoco sul motivo per cui da diversi articoli calchiamo la mano su questo tema: dietro l’aspetto "sportivo" della faccenda si cela da una parte l’incapacità strutturale dell’amministrazione della Statale di Milano di affrontare qualunque forma di conflittualità in università, dall’altra il vuoto di spazi di socialità che caratterizza tanto la città quanto l’ateneo di via Festa del Perdono…sede di sette splendidi chiostri di cui sei chiusi all’epoca dei fatti incriminati.

Ai posteri l’ardua sentenza   

(martedì 22 settembre 2009) 

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L’Onda contesta Maroni a Bologna

(da Repubblica on line, edizione locale)

I giovani dell’Onda contro Maroni
La polizia carica per fermarli

Maroni, Onda, Tpo, Crash

L’Onda ha cercato di avvicinarsi al ministro Maroni per contestare i respingimenti dei clandestini. L’esponente del governo è in città per partecipare a un convegno. In via Cartoleria il movimento ha tentato di sfondare il cordone di polizia, che ha risposto con una carica. Manganellate e lanci di vernice. Un giovane ultras fermato, poi rilasciato 

 

 

 

(da Uniriot)

Bologna – L’Onda respinge Maroni, cariche della polizia sugli studenti

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Carica della polizia

Circa settecento studenti dell’Onda protestano contro la presenza di Maroni all’Università per esprimere il rifiuto dei respingimenti, del razzismo e delle politiche securitarie. Nei pressi del convegno la polizia impedisce il passaggio al corteo e carica violentemente gli studenti che rispondono con lanci di vernice e fumogeni e si proteggono con gommoni e materassini riprendendo la pratica già utilizzata alla Sapienza durante la contestazione al leader libico Gheddafi. Al termine del corteo gli studenti rientrano nelle facoltà attraversando il centro di Bologna per comunicare la contrarietà alla visita di Maroni e denunciare la violenta militarizzazione e le cariche della polizia.

 

 

 

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Notte della ricerca – Torino e Milano

Video della notte dei ricercatori precari a Torino: per vederlo clicca qui

E qui sotto il racconto dell’eroica impresa di Milano: a parte tutto, il fatto che non ci fosse pubblico all’iniziativa ci pare un dato su cui riflettere…

 

Breve racconto dell’eorica impresa dei vostri inviati loris, alberta, guido, francesca e paola alla giornata del ricercatore. Dei veri eroi leninisticamente organizzati, dotati di segreti piani strategici si dirigono (appositamete!) in ordine sparso verso il luogo deputato. Ma la strategia per disorientare l’avversario era talmente sottile da disorientare gli stessi eroi, i quali, dispersi nella fitta selva del parco di palestro, cominciano a chiamarsi l’un l’altro per dirsi "ma dove cacchio è ‘sto posto?". Dopo vario girovagare in tuta mimetica tra le piante della Lacandona (ormai avanzavano principi di allucinazione), 4 dei 5 componenti l’avanguardia decidono di escogitare un nuovo piano seduti ad un bar (per farsi

passare per semplici precari avvinazzati): ma intorno c’è vero deserto.
Ed ecco che la strategia comincia a profilarsi in tutta la sua genialità: l’avanguardista Paola, unica e a saere che l’iniziativa era lì in nome della "tattica della cellula silente", per cui nessuno deve sapere cosa fanno gli altri, ci dice dal Planetario che l’incontro è andato praticamente deserto. Il nostro boicottaggio ha funzionato: le masse ci hanno ascoltato ed hanno lasciato soli gli inani relatori. A quel punto i nostri eroi potevano rilassarsi nel loro fasullo ruolo di fancazzisti al bar…

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Per il tre ottobre – notizie da FLC-CGIL

Sabato 3 ottobre ci sarà la manifestazione indetta dal coordinamento dei precari della scuola a Roma. Il coordinamento precari della ricerca/docenza FLC CGIL invita tutti i precari dell’università a partecipare all’iniziativa (si stanno organizzando trasporti da diverse città). 

Clicca qui per l’appello. 

Data infatti la drammatica situazione a livello nazionale, troviamo sia un’occasione importante, di visibilità speriamo, per ribadire le richieste anche dei precari della ricerca/docenza. 
Il 3 ottobre, oltre ovviamente alla giornata del 9 ottobre a Cosenza, potrebbe inoltre essere l’occasione per rivederci, ed organizzare insieme altre iniziative autunnali. 
(Coordinamento Precari dell’Università FLC CGIL Piemonte) 

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Notte della ricerca – da Torino

I ricercatori precari di Torino, in occasione della notte della ricerca distribuiranno questo volantino: volantino notte ricercatori 2009_finale.pdf

hanno inviato questa lettera aperta:

Lettera aperta

al Rettore del Politecnico di Torino, prof. Francesco Profumo;
al Rettore dell’Università degli Studi di Torino, prof. Ezio Pelizzetti;
a Andrea Bairati- assessore regione Piemonte all’ Università, ricerca, politiche per l’innovazione e l’internazionalizzazione, telecomunicazioni, e-government, industria ed energia.

Torino 23 settembre 2009

 

In questa fase la FLC CGIL è impegnata a livello nazionale in una dura lotta contro i provvedimenti governativi che  tagliano i finanziamenti al sistema della conoscenza, per un reclutamento straordinario di ricercatori e contro le proposte di governance delle università avanzate dal Miur, 
che limitano gli spazi democratici della vita universitaria.

A livello locale da ben oltre un anno la FLC- CGIL e il nodo Torinese della Rete Nazionale dei Precari della  ricerca sono mobilitati per

-l’apertura di tavoli di trattativa negli Atenei Torinesi per scongiurare il licenziamento di migliaia di precari della ricerca e docenza.
-l’apertura di un tavolo di trattativa con precari e sindacato, assessorato e le due amministrazioni di Politecnico ed Università di Torino, così da avviare una discussione più ampia in tema di precariato nella ricerca universitaria e trovare soluzioni adeguate alla drammaticità della situazione.

In tutto questo tempo abbiamo più volte ribadito i numeri del precariato della ricerca accademica (con punte addirittura del 70% di precari in alcuni dipartimenti!). 
Numeri che conoscete da tempo; ma soprattutto personale, dietro quei numeri, altamente qualificato che si occupa a tempo pieno di ideare e sviluppare la maggior parte dei progetti di ricerca; inoltre svolge un ruolo determinante nell’offerta didattica e nella formazione dei dottorandi.
Lo stesso personale che contribuisce, in tutte le discipline, a produrre quella conoscenza vitale per il futuro del territorio e del nostro Paese, e per aiutarlo a rialzarsi dalla crisi. Ebbene, quello stesso personale fondamentale per il prestigio dei nostri due Atenei 
torinesi, tanto da portarli ai primi posti nella controversa classifica degli Atenei più virtuosi, non è ripagato con contratti in grado di tutelare il lavoro ed in linea con le direttive europee.

Abbiamo inoltre sempre creduto che il ruolo della Regione nell’indirizzo delle politiche accademiche sia determinante per delineare una politica di reclutamento dei ricercatori. La richiesta è che gli stessi fondi regionali vengano indirizzati verso una strutturazione dei rapporti di lavoro.
La situazione attuale, purtroppo, è ben lontana da quella sperata. Per quanto riguarda il personale ricercatore non strutturato si tratta, di fatto, di una proliferazione incontrollata di contratti precari; da tempo chiediamo che la programmazione delle attività di ricerca si faccia con contratti, in cui siano garantiti i diritti minimi dati dai contratti di lavoro di tipo subordinato. Condizione di precarietà al limite ormai della sostenibilità, alimentata di fatto anche dai fondi regionali, e dall’inaccettabile silenzio rispetto alle diverse e motivate richieste di incontro.

Il sindacato ed i lavoratori registrano ormai da tempo un silenzio su questi temi; talvolta rotto da qualche comunicato stampa che si limita, come nel caso dell’assessorato, a richiami generici volti alla risoluzione del problema, o in altro caso (Politecnico di Torino) ad incontri informali senza che a questi segua un reale segnale di apertura nella definizione di un percorso capace di intervenire concretamente sulla condizione di lavoro e di vita dei lavoratori precari.
Se non ci affrettiamo nella ricerca di soluzioni condivise, migliaia di giovani e, purtroppo ormai di ex giovani, da un giorno all’altro non riusciranno più a sostenere quello sforzo economico, sociale e umano che finora ha dato loro la forza di aspettare una svolta nella propria vita lavorativa. E questo è particolarmente grave per quegli studiosi che non possono contare su una condizione sociale di partenza abbiente.
  
In questo quadro appare particolarmente odiosa e inaccettabile la stipula di contratti di docenza a titolo gratuito, modalità indecente diffusasi negli Atenei Italiani, e quindi anche all’Università degli Studi di Torino e al Politecnico, in conformità a quanto previsto dalla L. 230/2005, art. 1, c.10. L’assenza di retribuzione è infatti inevitabilmente correlabile con la riduzione della qualità dell’offerta didattica e soprattutto con un  inaccettabile trattamento dei lavoratori.

Il tempo gioca contro tutti. Continuare a sottovalutare silenziosamente i numeri e le condizioni della precarietà di ricercatori e docenti porterà inevitabilmente ad una riduzione della produttività accademica, ed un ulteriore incremento della “fuga dei cervelli”.
Pensare che un turn-over continuo di giovani precari che sostituiscano ex-giovani precari della ricerca “scaduti” possa costituire il meccanismo base della produzione di conoscenza nei nostri centri di ricerca è un grave errore strategico, che si pagherà caro, sul lungo termine, in termini di produttività scientifica e competitività internazionale.

La ricerca e la didattica richiedono elevate competenze e professionalità, di cui siamo tutti orgogliosi ma che stanno per volare via, con pesanti ricadute sul futuro del Paese.
Rinnoviamo pertanto la richiesta urgente di apertura del tavolo di trattativa.

FLC CGIL Piemonte e Torino
Coordinamento Ricercatori e Docenti Precari Universitari 

FLC CGIL (Università e Politecnico di Torino) 

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Contro la chiusura delle scuole pubbliche serali

Il sindaco Moratti è responsabile della chiusura delle scuole civiche serali, che permettono agli studenti lavoratori di diplomarsi. Ieri sera, durante un’esibizione del sindaco al MiTo, alcuni studenti hanno interrotto la performance chiedendole conto della chiusura delle scuole civiche. Guarda il video cliccando qui.(repubblica on line).

Per sapere di più della vicenda delle scuole civiche, clicca qui (corriere on line).  

  

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