Pubblichiamo l’appello delle studentesse e degli studenti della Sapienza per una mobilitazione del mondo della formazione il 27 ottobre. L’appello si legge qui. O qui sotto:
Abbiamo ancora tutti negli occhi le piazze stracolme delle mobilitazioni che in Spagna, Grecia e Portogallo, hanno portato centinaia di migliaia di persone a manifestare sotto i parlamenti dei rispettivi paesi, per protestare contro le politiche di austerity imposte dai mercati finanziari e dai loro esecutori locali, ossia i tecnocrati di Bruxelles.
Guardandole, l’impressione immediata era quella di ritrovarsi in qualcosa di comune, una faglia che attraversa la nostra epoca, e che passa attraverso i corpi di migliaia di giovani e giovanissimi, lavoratori/trici, precari/e, disoccupati/e, che hanno ormai capito che nel contesto della crisi globale e dello svuotamento sostanziale delle istituzioni democratiche, non hanno ormai nulla da perdere se non le proprie paure, le migliaia di ordinarie storie di sfruttamento presente e di privazione di ogni progetto futuro. Le loro condizioni sono le nostre condizioni, i nostri desideri i loro.
Lo squallido teatrino di corruzione con cui la politica istituzionale si presenta alle soglie della solita campagna elettorale, non può che riconfermare come lo stato di cose presenti sia giunto ad un binario morto. Stiamo parlando da anni di un progressivo processo di dismissione in ogni ambito: ormai il processo è giunto a compimento, il sacrificio delle vite di migliaia di persone sull’altare degli interessi delle aziende e delle banche è totale e assoluto, violento e spietato nella ridefinizione dei rapporti di forza e del comando sulle forme di vita.
Impoverimento, solitudine, sfruttamento ed obbedienza: queste le forme che la restaurazione neoliberista tenta di imporre, questo ciò che queste piazze vogliono rifiutare.
E in Italia? Seppure non ci troviamo di fronte a fenomeni di massa dell’ampiezza di quelli che si sono prodotti negli altri paesi del sud, le piazze degli studenti medi delle ultime settimane ci hanno segnalato che si è aperto uno spazio di conflitto, che non esiste solo rassegnazione, che una generazione ha voglia di rimettersi in cammino e battere sentieri tutti da esplorare.
Per queste ragioni crediamo che il 27 ottobre possa essere un’occasione per riaprire un percorso ampio di opposizione sociale ai governi dell’austerità, presenti, passati e futuri. Vorremmo partire dalle università, devastate da anni di tagli e riforme che hanno portato alla restrizione dell’accesso, alla riduzione dell’offerta formativa, alla dequalificazione delle strutture e alla sudditanza alle regole del profitto. Dalle università in cui i tagli al diritto allo studio, la sottomissione più totale del sapere alle logiche del profitto e la privazione del nostro futuro vengono giustificati dalla retorica della meritocrazia, che sottrae fondi ai nostri diritti spostandoli su presunte “scuole del merito” per pochissimi eletti. Vorremmo ripartire dalle scuole, che vivono in questi giorni l’incubo del Pdl Aprea, con l’ingresso dei privati e la cancellazione della rappresentanza studentesca. Vorremmo ripartire dai lavoratori e dai precari del mondo della formazione intero, le cui vite sono sotto attacco al pari di quelle dei loro studenti. Vorremmo ripartire dal mondo della cultura e da quelle esperienza che sono state in grado, per prime, di trasformare rivendicazioni e battaglie particolari in una generale e radicale domanda di trasformazione dell’esistente.Proprio perché non esistono rivendicazioni particolari che tengano, ogni movimento sociale non può che rivolgersi alla complessità della crisi e non può che attaccare ogni retorica volta a bloccare anche solo l’ipotesi di strade differenti per uscire da questa situazione.
Per questo vogliamo fare una scommessa, convocando a Piazzale Aldo moro uno spezzone del mondo della formazione capace immediatamente di aprirsi a tutti quei segmenti che hanno provato a mettere in campo una vera opposizione sociale al governo Monti. In questa settimana ci mobiliteremo all’interno delle nostre facoltà per riaprire degli spazi di partecipazione e discussione, coordinandoci e confrontandoci con gli studenti medi, i docenti e i precari della scuola in lotta contro l’ennesimo attacco messo in atto da questo Governo.
Non bastano le piazze di qualche paese in Europa, non basta una piazza Italiana. E’ l’Europa che ce lo chiede: ci chiede di costruire una vera opposizione sociale alle politiche di austerity imposte dalla “troika”. Ci chiede di mettere al centro le biografie dei suoi milioni di cittadini e non le transazioni finanziare o le grandi corporation. Ci chiede di alzare la testa e tornare a sognare. Il 27 è solo un primo tentativo, ma abbiamo il dovere di praticarlo fino in fondo.
E’ l’Europa che ce lo chiede!
Martedì 23 – Assemblee di facoltà
Giovedì 25 – Assemblea pubblica con studenti e precari della scuola
Sabato 27 – Corteo, Piazzale Aldo Moro, ore 12 e 30.
Studentesse e studenti della Sapienza