Made in Cepu – articolo

Articolo da Repubblica.it
e-Campus, il “made in Cepu” ai raggi X, “Autonomia poca, professori pochissimi
L’università telematica cara a Berlusconi e istituita per decreto nel 2006 “non ha ancora raggiunto i livelli di autonomia necessari”. Dai tutor alle tasse alla didattica, tutti i punti critici, passati in rassegna dal Comitato nazionale di valutazione universitaria. di MANUEL MASSIMO
ROMA – Una dettagliata relazione di diciotto cartelle piena di nomi e cifre, con ben ventidue tabelle esplicative: il Cnvsu (Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario) ha passato ai raggi X il primo triennio di attività dell’università telematica e-Campus incrociando i dati forniti dall’ateneo con quelli presenti nelle banche dati del Miur e ispezionando la sede centrale di Novedrate, in provincia di Como. Un’istantanea in chiaroscuro dove, però, le ombre prevalgono sulle luci: l’università telematica – tanto cara a Silvio Berlusconi e istituita per decreto a gennaio del 2006 (con parere contrario di Cun e Cnvsu, ndr) grazie alla firma dell’allora ministro dell’Istruzione uscente Letizia Moratti – dopo tre anni di attività “non ha ancora raggiunto i livelli di autonomia necessari, risultando tuttora dipendente e condizionata dalla Fondazione che ne ha originariamente determinato l’attivazione”. Già: la Fondazione e-Campus che ha come presidente onorario il vulcanico Francesco Polidori. Sì, proprio lui: il fondatore del Cepu (Centro Europeo Preparazione Universitaria), nonché di Grandi Scuole, la struttura che offre preparazione per il recupero degli anni scolastici.

E-learning in outsourcing. Il punto di forza dell’ateneo virtuale – che, va ricordato, rilascia titoli accademici con pieno valore legale – paradossalmente risiede proprio nelle infrastrutture utilizzate per lo svolgimento delle attività: ai 23.507 mq della sede centrale di Novedrate, infatti, si aggiungono i 900 della sede di Roma (nella centralissima via del Tritone) e i 500 di quella di Messina. Stupisce, però, che i laboratori informatici a disposizione degli iscritti coprano complessivamente appena 230 mq e garantiscano 30 postazioni in tutto (accessibili per 44 ore alla settimana). Un’altra anomalia che si evince dal report del Cnvsu riguarda la gestione delle infrastrutture tecnologiche: l’ateneo telematico ha esternalizzato tutti i servizi informatici affidandosi principalmente alla società di servizi Fraccano Holding Srl (partecipata al 48% dalla Cesd Srl, proprietaria del marchio Cepu) che cura “la manutenzione del sistema e della piattaforma, l’assistenza tecnologica necessaria nonché la trasposizione dei materiali didattici in modalità e-learning”.

Ricercatori in cattedra. La critica più stringente da parte del Cnvsu, però, riguarda l’esiguità dei docenti di ruolo dell’ateneo: “Alla data del 08/02/2011 – scrivono gli ispettori di Piazzale Kennedy – nella banca dati ministeriale dei docenti universitari risultano per l’Università e-Campus 57 nominativi, di cui 1 professore straordinario, 4 professori straordinari a tempo determinato, 1 ricercatore non confermato e 51 ricercatori a tempo determinato”. Aggiungendo che: “Alla data della visita (avvenuta il 29/11/2010, ndr) risultavano in servizio alcuni professori straordinari a tempo determinato, tra i quali nessuno risultava aver conseguito idoneità nelle procedure comparative per professori ordinari (fonte: banca dati ministeriale), la cui qualifica è stata pertanto attribuita in base alla riconosciuta (dall’ateneo) elevata qualificazione scientifica e professionale”. Tanto per mettere i puntini sulle i.

Didattica a contratto. Anche per quel che concerne le retribuzioni destinate ai ricercatori, secondo il Cnvsu, i conti non tornano: “Da piano finanziario presentato per gli anni 2011-2015, appare che la quota stanziata per le retribuzioni dei ricercatori sia decisamente inferiore a quanto stabilito per le retribuzioni di analoghe posizioni nelle università statali anche se, per gli atenei non statali, tali prescrizioni non sono vincolanti”. Segue poi un dettagliatissimo elenco – suddiviso per corso e facoltà – in cui si evidenzia in che modo l’ateneo copre “operativamente” i cfu (creditivi formativi universitari) erogati dai corsi: i ricercatori a tempo determinato ne garantiscono ben il 56,1%, i professori ordinari a tempo determinato appena il 2,7%. Il restante 41,2% è coperto da docenti a contratto, tra cui spiccano i nomi di Marcello Dell’Utri e di Vittorio Sgarbi.

“I tutor? Li sceglie Cepu”. La scarsa autonomia didattico-gestionale dell’ateneo si può evincere anche dall’appalto esterno dell’attività di tutorato per gli iscritti: “I tutor – sottolinea il Cnvsu – vengono reclutati, sulla base di metodologie e processi di selezione stabiliti dall’ateneo, a cura di una società esterna in base ad apposita convenzione: la Cesd Srl”. Non una semplice coincidenza: e-Campus ha con Cesd/Cepu un rapporto molto forte, quasi simbiotico. Lo certifica anche la relazione sulla gestione del bilancio al 31/12/2009 della Cesd Srl: “In forza della convenzione stipulata, nel corso del 2008, con l’Università Telematica e-Campus si è incrementato notevolmente il numero di studenti affidati in tutoria alla nostra azienda dalla stessa Università e-Campus”. Due realtà, insomma, molto vicine.

Più tasse per tutti. Chi sono gli studenti dell’ateneo made in Cepu? L’identikit tracciato dal Cnvsu ci dice che l’età anagrafica degli iscritti è mediamente maggiore di 35 anni, mentre quella degli immatricolati si attesta intorno ai 25 anni; la tipologia del diploma di provenienza sia degli iscritti che degli immatricolati è nella maggior parte dei casi riconducibile a maturità tecnica, con voto di uscita tra 60 e 80 centesimi. L’Anagrafe Nazionale degli Studenti – al 03/11/2010 – riporta 4.463 come numero di iscritti ai corsi per l’a. a. 2009/2010: meno della metà di 9.430, numero minimo ipotizzato dal piano finanziario nel novembre 2005, in fase progettuale. Anche per questo l’ateneo “ha deliberato un aumento delle tasse di iscrizione, contrariamente a quanto ipotizzato nel piano finanziario a supporto della istanza di attivazione, laddove si prevedeva di mantenere costante la quota pro-capite nell’arco temporale di sette anni accademici”, sottolinea il Cnvsu.

Criticità da sanare. La relazione del Cnvsu individua, in conclusione, una serie di problemi su cui e-Campus deve ancora lavorare: in primis “perfezionare il grado di autonomia dell’Ateneo rispetto al ruolo della Fondazione”, poi “la necessità di dotarsi di docenza qualificata e stabile” utilizzando il personale a tempo determinato solo come “complemento all’attività didattica stabile assegnata a personale docente di ruolo”. E ancora: “I meccanismi di selezione dei tutor appaiono adeguati, anche se la loro delega a società esterna non garantisce un costante presidio da parte dell’ateneo”. Per questo: “Alla luce di tutto quanto esposto, il Comitato ritiene che la successiva verifica (tra due anni) dovrà registrare la risoluzione delle attuali criticità riscontrate”.

(04 aprile 2011)

 

 

 

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