Da ANVUR Cronaca (2 aprile 2011).
In cerca di garanzie
Intendiamo oggi tornare sull’argomento per notare che è scaduto il termine (60 giorni) previsto dalla stessa legge per l’adozione del Decreto (del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare di concerto con il Ministro dell’Università e con il Ministro della Salute) riguardante il primo dei due aspetti, quello del riordino della peer-review. I programmi interessati sono diversi, di competenza dei due ministeri citati, e quindi vi sono senz’altro diverse questioni da mettere in chiaro, ma quello che ci preoccupa è la mancanza di una discussione pubblica sul tema, che riesca a coinvolgere la comunità scientifica. E’ noto che l’Italia non ha mai brillato per efficacia, trasparenza e valorizzazione del merito, e senza un forte impegno riformatore che produca un cambio di attitudini “di massa” le pur buone intenzioni del legislatore sono destinate a rimanere sulla carta.
Beninteso, saranno in corso dei contatti e delle consultazioni fra istituzioni e persone responsabili sul tema, ma nulla di tutto questo è stato reso pubblico. Insomma, un gran giro di telefonate, forse, e poi si vedranno i risultati nel Decreto. Non ci sembrerebbe una buona scelta, se fosse cosi’.
Cio’ di cui possiamo essere sicuri, invece, è la condizione di incertezza in cui versa l’amministrazione corrente dei Programmi di finanziamento più tradizionali, e che saranno coinvolti nel riordino. Ad esempio l’ultimo PRIN è stato bandito il 19 marzo 2010 (pur chiamandosi PRIN 2009), e la scadenza per la presentazione dei progetti era stata successivamente portata al 31 maggio. Da allora si sono susseguite alcune comunicazioni sulla composizione della Commissione di Garanzia, incredibimente nominata solo il 15 settembre e poi mutata per la mancata accettazione della nomina da parte di alcuni membri (o che non si sono fatti sentire, come ad esempio il matematico francese Lafforgue, forse “schifato” da un simile tipo di modalità di organizzazione dei rapporti fra le persone, prima ancora che del programma), e siamo ancora qui ad attendere gli esiti… d’altra parte la stessa Commissione ha emanato il Regolamento su criteri e modalità di valutazione solo il 17 gennaio 2011. Non pensiamo a spendere righe sul prossimo, futuribile, bando (si chiamerà 2010 o 2011?).
Del resto avevamo già parlato del programma “FIRB-Futuro in ricerca”, ripercorrendo le vicende e le peripezie del primo bando (del 2008), e dando notizia del secondo, del dicembre 2010, che (non abbiamo bisogno di dirlo) è ancora in corso di selezione. La stessa stipula dei contratti per i vincitori del primo bando era ancora in alto mare a dicembre…
Come è noto, la costituenda ANVUR ha per compito anche (D.L. 3 ottobre 2006 , n. 262, Art. 2 comma 138) la
«(…) c) valutazione dell’efficienza e dell’efficacia dei programmi statali di finanziamento e di incentivazione delle attività di ricerca e di innovazione.»
quindi dovrà occuparsi anche del PRIN, del FIRB e degli altri programmi gestiti dai Ministeri, e, per definizione di valutazione dei programmi, dovrà considerare non solo (e non singolarmente) i risultati di tutti i singoli progetti finanziati, ma il complesso delle attività dispiegate, e segnatamente di quelle amministrative. Le forme di queste valutazioni sono certamente ben note ad alcuni dei candidati prescelti per il Consiglio Direttivo; ad esempio Fiorella Kostoris ci tiene a far sapere nella sua presentazione personale che è stata membro di un Panel di revisione esterna dell’European Research Council, costituito all’uopo dalla Commissione Europea per fornire una prima valutazione generale della nuova struttura di finanziamento europea (qui la relazione finale).
Infine, attendiamo novità anche per il Comitato Nazionale dei garanti per la ricerca, da definire – in effetti – parallelamente al DPCM sulla peer-review, come si è già detto. Pur non configurando ancora una indipendenza organizzativa complessiva di una nuova struttura (del tipo ERC, insomma), ci si aspetterebbe che la sua definizione (cioè delle attribuzioni del Comitato) tenga conto di un “naturale sviluppo in tale direzione”, al fine di spinoffare (se ci è consentito il termine) dai Ministeri una nuova Agenzia di finanziamento della ricerca, finalmente autonoma e responsabile per quel compito. Chi vivrà vedrà.