Strane cose accadono all’università di Bari

Riceviamo dall’università di Bari e diffondiamo

Cari Colleghi,

sottoponiamo alla vostra attenzione una vicenda che coinvolge un gruppo di 25 ricercatori precari attivi presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ma che probabilmente riguarda altri Atenei italiani afflitti dagli stessi problemi di bilancio.

Abbiamo superato un concorso atteso da lungo tempo e non sappiamo quando saremo assunti: ecco cosa inaspettatamente è successo a noi, vincitori delle valutazioni comparative per Ricercatore Universitario, bandite dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” nella I e II sessione 2008.

Dell’incresciosa questione, che ancora oggi ci costringe a lavorare precariamente, per di più senza possibilità di riconoscerci in uno statuto, che non sia quello di “ricercatori fantasma”, abbiamo soltanto un dato: non è possibile procedere alla nostra assunzione perché l’Università degli Studi di Bari, come molti altri Atenei italiani, è in blocco delle assunzioni poiché il rapporto tra stipendi (AF: Assegni Fissi) e Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) supera il limite del 90%, così come stabilito dall’articolo 1 della legge n. 1/2009.

Questo accade nonostante il nostro Ateneo abbia bandito i concorsi da noi vinti tra il 2008 e il 2009, quando il fatidico rapporto era inferiore alla soglia del 90% e quindi nel pieno rispetto delle previsioni normative. Purtroppo, l’iter concorsuale è stato rallentato dall’introduzione delle nuove regole concorsuali e le procedure valutative si sono concluse soltanto nella seconda metà del 2010, anno in cui l’Ateneo di Bari ha “sforato” il vincolo di bilancio. Sforamento confermato anche per il 2011 e verosimilmente anche per gli anni a venire, considerata la progressiva riduzione del FFO, e nonostante i numerosi pensionamenti di docenti e ricercatori registrato nell’ultimo anno.

Pertanto, schiacciati da una proporzione per noi sconosciuta al momento della partecipazione ai concorsi, e che spiega in maniera assolutamente insoddisfacente la nostra mancata assunzione, non ci resta che fare i conti con il poco che abbiamo: il ragionevole affidamento, che all’esito della procedura concorsuale avrebbe fatto seguito la tanto agognata immissione nei ruoli, è stato tragicamente smentito; né sembra al momento possibile ottenere previsioni che ci restituiscano un minimo di serenità, sollevandoci al tempo stesso dall’angoscia di aver trascurato altre alternative, in vista di una prossima chiamata in servizio.

Purtroppo siamo ancora una volta noi precari a subire le conseguenze di scelte sbagliate del passato nella gestione degli Atenei e dei recenti tagli del finanziamento al sistema della ricerca e dell’università.

Confidando sulla vostra sensibilità, vi chiediamo di diffondere, attraverso la vostra “rete”, le informazioni contenute nella presente comunicazioni.

Cogliamo l’occasione per porgervi cordiali saluti.

 

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