Dice il governo…

(di Maurizio Matteuzzi, 20 marzo 2011)

Liberamente tratto dalla pagina pubblicata sul Corriere dal CoNPAss
Il Governo dice che l’ Università Italiana non è competitiva a livello internazionale. Perciò impone una riforma e continua a tagliare fondi.
Noi sappiamo che gli universitari italiani “producono” in media molto più dei colleghi francesi, tedeschi, americani
Noi sappiamo che l’Italia è il settimo paese al mondo (in parità con la Francia) per numero di università collocate tra le prime 500 del mondo
Noi sappiamo che i giovani ricercatori formati in Italia sono ambitissimi in tutte le università del mondo, ma non trovano spazio in Italia perchè i
soldi investiti in ricerca sono pochissimi.
Il Governo dice che la Riforma Gelmini ridurrà il potere dei Baroni.
Noi constatiamo che essa porrà l’Università sotto il controllo di un numero ristretto di soli Professori Ordinari: si torna alle baronie
Il Governo dice che questa legge premia il diritto allo studio.
Noi vediamo che il governo riduce drammaticamente i finanziamenti per le borse di studio e svincola quel poco che resta dal bisogno economico degli
studenti.
Il Governo dice di aver sentito tutti.
Noi ci chiediamo: ma quando ha discusso le proposte alternative ?
Noi continuiamo a pensare che la Politica dovrebbe saper ascoltare e ponderare le decisioni.
Noi,  professori  e ricercatori  italiani,  che ogni  giorno lavoriamo,  studiamo,  facciamo
ricerca,  insegniamo,  ci  confrontiamo  con  pari  preparazione,  ma  minori  risorse
economiche, con i colleghi della comunità internazionale,
noi  che abbiamo dato vita ad esperienze libere,  aperte,  trasparenti  e plurali,  come il
CoNPAss  –  Coordinamento  Nazionale  dei  Professori  Associati
(www.professoriassociati.it)  e  la  Rete29Aprile  (www.rete29aprile.it),  per  contribuire
costruttivamente alla riforma e al rilancio dell’università italiana,
noi che vogliamo ridare un futuro ai nostri studenti,
noi che nell’università le baronie le combattiamo,
noi che manifestiamo e continueremo a manifestare pacificamente contro l’ ipocrisia di
una finta-riforma imposta per fare finta di risolvere i problemi.

 

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