Da MilanoX, un articolo di Atenei in Rivolta
Rivoltosi negli Atenei
Perché non c’è più nulla da attendere… anche in Italia c’è bisogno di RIVOLTA
25, 26, 27 marzo aRoma, tre giorni di assemblee, workshop e dibattiti organizzati da AteneinRivolta
Da mesi in Europa e nel Mediterraneo è cambiata la musica.
Negli ultimi due anni la crisi economica è stata al centro delle analisi, dei dibattiti pubblici, delle politiche economiche e sociali dei governi di tutto il mondo. Gestirla, senza parlare mai delle sue cause profonde, salvaguardare le economie nazionali, mantenere intatti i profitti per sempre meno persone sono state le priorità di ogni governo nel mondo.
Le mobilitazioni degli studenti e dei lavoratori in tutta Europa e le rivoluzioni nel mondo arabo ci dicono che l’aria sta cambiando. Emerge con forza l’idea che dalla crisi si esce ribellandosi: l’unica vera uscita è la rivolta!
Nessuno è più disposto a pagare e subire passivamente le scelte di pochi, gli intrighi di palazzo che mantengono in piedi governi corrotti e le loro politiche sempre più antisociali.
Cresce la voglia di piazza ovunque nel mondo, insieme con la consapevolezza che per determinare il proprio presente e riscrivere un altro futuro è necessario rivoltarsi contro l’esistente!
In Italia, negli ultimi mesi, mobilitazioni ampie e radicali quasi si sono date il cambio, alternandosi e parlandosi poco tra loro. Gli operai della Fiat con l’opposizione al ricatto imposto da Marchionne, noi studentie studentesse con la battaglia contro la riforma Gelmini, le donne scese in piazza il 13 febbraio, gli abitanti di Terzigno e dell’Aquila, tutti noi nella battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua.
Sporadicamente queste soggettività si sono incontrate e quando è successo hanno mostrato tutta la loro forza! Il 14 dicembre l’urlo della piazza ha sommerso le oscenità che mantenevano in piedi nel palazzo un governo corrotto. L’esplosione di rabbia di migliaia di giovani ed i riot di Piazza del Popolo hanno indicato una prospettiva ben precisa: la necessità di una rivolta anche in Italia.
Da questi intensi mesi di mobilitazione vogliamo ripartire guardando in avanti, consapevoli che non ci sia più nulla da aspettare. Non facciamo affidamento su nessun tipo di opposizione parlamentare, non pensiamo che Berlusconi ed il berlusconismo possano essere sconfitti tramite la magistratura, non crediamo che una società più giusta possa essere costruita tramite riforme istituzionali.
Siamo convinti che anche in Italia ci sia bisogno di una rivolta di massa, in grado di irrompere nella quotidianità e rovesciare i rapporti di forza, come è avvenuto in Tunisia ed Egitto, come sta avvenendo in Libia proprio mentre scriviamo questo appello.
E’ dunque necessario organizzarsi, perché la rivolta non è solo spontanea ma ha bisogno anche di essere stimolata, costruita, organizzata appunto.
AteneinRivolta nasce nel 2008 durante il movimento dell’Onda con un sito internet, www.ateneinrivolta.org. In questi due anni ha costruito una rete di collettivi studenteschi presenti in diversi atenei, con lo scopo di superare l’estrema frammentazione che ha contraddistinto le recenti lotte studentesche in Italia.
Con la tre giorni di assemblee, workshop e iniziative che stiamo organizzando per il 25, 26 e 27 marzo aRoma vogliamo fare un ulteriore passo in avanti.
Tutte le rivolte europee e del Mediterraneo hanno visto emergere uno straordinario protagonismo giovanile: non solo studenti e studentesse dunque, ma anche tanti giovani lavoratori, quasi sempre precari, perché è proprio la precarietà l’unica sicurezza che appartiene a noi giovani oggi.
Allo stesso tempo però, noi giovani siamo probabilmente il soggetto meno organizzato: rifiutiamo i partiti istituzionali, impermeabili alle spinte dal basso dei movimenti e quindi troppo distanti da noi e dalla società in generale, incapaci di leggere i nuovi processi in atto; scontiamo l’oggettiva difficoltà dei sindacati a relazionarsi con la nuova composizione del mercato del lavoro, con le nuove figure lavorative e le nuove forme contrattuali e la conseguente incapacità di riuscire dunque a rappresentare ed organizzare in primo luogo i giovani lavoratori precari.
Come giovani non abbiamo dunque un’ancora di salvataggio pronta, dobbiamo costruirla insieme. C’è bisogno di una nostra organizzazione, che faccia i conti con il passato ed il presente, ma che abbia lo sguardo rivolto verso il futuro. C’è bisogno di un’organizzazione in grado di coordinare i collettivi di giovani estudenti che ogni giorno intervengono capillarmente nelle scuole, nelle università e nei quartieri e allo stesso tempo di favorirne la nascita e lo sviluppo di nuovi, anche nei piccoli atenei e nei piccoli centri dove è oggettivamente più difficile mobilitarsi. Un’organizzazione in grado di superare le difficoltà legate alla dislocazione dei collettivi sul territorio e di valorizzarne le specificità, attraverso un coordinamento nazionale di nodi locali.
Un’organizzazione che non sia fine a se stessa ma che abbia sempre come primo obiettivo quello di stimolare la nascita di movimenti di massa e di favorirne i processi di autorganizzazione, perché solo così saremo in grado di rivoltare il presente e costruire una società futura migliore.
Le cronache dall’Europa ci fanno sentire meno soli. Non c’è un paese in cui i giovani non si siano ribellati contro le politiche di Austerity. Gli aumenti delle tasse universitarie in Inghilterra, la riforma delle pensioni in Francia, la riduzione dei salari in Grecia sono gli elementi scatenanti di una rivolta sempre più necessaria…e sempre più possibile.
Sappiamo inoltre di non essere i soli ad avere questo desiderio di rivolta. Nel pieno delle mobilitazioni studentesche di questo autunno ci ha lasciato un compagno, Mario Monicelli, che nella rivoluzione non ha mai smesso di sperare.
Mario diceva che in Italia “ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo […] una bella botta, una bella rivoluzione”.
Noi la pensiamo come Mario. Organizziamoci!