Articolo da Repubblica (16 novembre)
Cortei e proteste in tutta Italia nel giorno del diritto allo studio
In occasione delle celebrazioni mondiali in favore dell’istruzione pubblica, il 17 novembre gli studenti italiani tornano a mobilitarsi contro la riforma Gelmini: oltre cento cortei in 50 comuni, da Torino a Palermo. Tutte le iniziative
di GIULIA CERINO
E’ LA GIORNATA mondiale per il diritto allo studio. Il 17 novembre di 71 anni fa le proteste dei giovani cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono messe a tacere dalla violenza nazista. E nello stesso giorno d’autunno del 1973 la stessa sorte toccò agli studenti greci massacrati dai carri armati del regime. Quest’anno poi, il 17 novembre dei giovani italiani arriva dopo un anno di proteste contro la riforma Gelmini e i tagli alla scuola pubblica.
Il 17 novembre italiano. Da Torino a Palermo, sarà una nuova occasione per farsi sentire. Ma per fare arrivare il messaggio bisogna mettercela tutta. Ci vorrebbero almeno 100 cortei. Tanti quanti quelli che domani sono effettivamente stati organizzati in oltre 50 comuni per celebrare la giornata internazionale del diritto allo studio. Per dire che “il ministro – spiegano dalla Rete degli studenti medi – continua a voler propinare al paese un progetto riformatore fatto di 5 in condotta, di prestiti d’onore, di limite di assenze, di didattica e ricerca indirizzati da privati, di rimandati e bocciature, che, oltre gli spot, sta letteralmente portando al collasso i nostri atenei e le nostre scuole, eliminando tutte le risorse, cancellando di fatto l’istruzione pubblica dal nostro Paese”. Studenti, sindacati, ricercatori, genitori e lavoratori protesteranno, canteranno, rifletteranno. Collaboreranno per il comune obiettivo di riformare davvero l’istruzione pubblica italiana, rilanciare la ricerca, produrre idee positive e ribadire che “senza investire sulla conoscenza il lavoro di domani non esiste”. Denunceranno la precarietà “come unica risposta alla disoccupazione” e sfileranno per le strade “per un mondo più giusto, meno orientato ai consumi sfrenati, più rispettoso verso l’ambiente”.
Al Nord. Dalle “tradizionali” parate agli “aperitivi della conoscenza”, dagli spettacoli alle letture in piazza. La protesta avrà forme e modalità diverse. Ma ad aprire il valzer studentesco internazionale, in Italia, saranno le classiche manifestazioni di piazza: oltre 100 cortei organizzati in più di 50 comuni diversi. E tutti rigorosamente “mattutini”: tra le 8.30 e le 14. Da Piacenza il corteo studentesco aprirà le danze alle 9,00. I manifestanti di Ravenna saranno in piazza Speyeralle insieme a quelli di Cesena e Ferrara. Bologna “la rossa” si concentrerà a piazza San Francesco dalle 10 del mattino, con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia nazionale. In Friuli, tre cortei partiranno da Trieste, Udine e Gorizia. In Lombardia, Milano farà da capo popolo. L’Assemblea regionale di tutti gli atenei e gli enti di ricerca della Lombardia comincerà nel primo pomeriggio ma il corteo studentesco partirà poco dopo l’alba da largo Cairoli, in concomitanza con quello di Brescia, Crema, Lodi e Pavia. In Liguria, la città d’Imperia scenderà in piazza dalle 9 mentre a Genova il corteo è previsto per le 15, in partenza da piazza Caricamento. Per il Veneto, Padova sarà l’unica città a ingrossare le fila della mobilitazione nazionale. Lasciati soli, i padovani hanno fatto le cose in grande. Come i colleghi piemontesi. Per il 17, a Torino, è in programma un’unica grande manifestazione. Ma sono 4 i concentramenti previsti: per gli studenti medi ed i “lavoratori della conoscenza” (i ricercatori) l’appuntamento è in piazza Arbarello. Gli universitari invece potranno scegliere se riunirsi al Palazzo Nuovo o nei pressi della facoltà di Fisica.
Al Sud. Il corteo studentesco romano si radunerà, come tradizione vuole, in piazza della Repubblica alle 9,30 ma per gli universitari l’appuntamento è poco prima: alle 9 in punto in piazzale Aldo Moro, a due passi da la Sapienza. Anche Viterbo, Cassino e Sora si uniranno in corteo a quell’ora mentre Latina e Rieti rimarranno sedute, con un sit-in di protesta organizzato nelle piazze centrali dei due comuni laziali. La Basilicata è sponsorizzata dagli studenti di Matera che partiranno da Piazza Matteotti mentre i calabresi di Cosenza manifesteranno a Piazza Loreto, in perfetta sincronia con i colleghi di Reggio Calabria in marcia da Piazza De Nava. Poi sarà il momento dei napoletani che sfileranno da piazza Garibaldi a partire dalle 9,30, insieme a Nocera, Salerno ed ai casertani in marcia, alla stessa ora, da Piazza Ferrovia. A Benevento, piazza Risorgimento si trasformerà in un cimitero. Il “Corteo funebre della Conoscenza” concluderà le “esequie” sotto l’Arco di Traiano. In Puglia, Taranto, Foggia, Lecce e Brindisi faranno gli onori di casa. Il corteo barese sfilerà da piazza Umberto, e, a suon di tamburi, coordinerà anche la marcia delle altre parate pugliesi organizzate nei piccoli comuni di Gravina, Altamura, Monopoli, Ostuni e San Vito.
Al Centro e nelle isole. Pescara comincerà la protesta con il sorgere del sole. E gli studenti dell’Aquila scenderanno in piazza a più di un anno dal sisma del 2009. Per loro la protesta assume il valore della denuncia: “Del disagio, dell’assenza di borse di studio, servizi, mense, e del caro-affitti seguito al disastroso terremoto”. Gli “scapigliati” di Ancona partiranno da piazza d’Armi alle 10. In Toscana, a Firenze, i manifestanti si concentreranno in Piazza San Marco, alle 9,30. Mentre da Siena, Arezzo e Pisa il corteo partirà alle 9. La Sardegna ha scelto di fare le cose in grande. A Cagliari l’appuntamento di studenti e ricercatori è a piazza Garibaldi. Direzione piazza del Carmine. Nuoro partirà da piazza Sardegna, Sassari – come buon auspicio – ha scelto di convogliare i manifestanti proprio a piazza Università. Infine, la Sicilia. Che – a sorpresa – è la regione dove si contano più cortei in assoluto. Le città in movimento sono otto: Trapani, Enna, Catania, Messina, Patti (Me), Ragusa, Siracusa e Palermo dove le parate saranno due.
Diretta radiofonica a reti unificate. La giornata di mobilitazione verrà mandata in onda sulle radio universitarie in una maratona multimediale alla quale parteciperanno 20 radio d’ateneo in collegamento dalle 10 alle 12 1 dalle rispettive piazze cittadine e che si incroceranno su Radio Bue. La diretta sul web sarà rilanciata da Repubblica.it.
Mobilitazione continua. Nel pomeriggio la protesta andrà avanti. E si tingerà di altri colori. A Roma, in piazza Navona dalle 16,30 alle 20,30, sarà il momento dell’arte con il gruppo “La casa del vento”, uno spettacolo con l’attore e regista Ulderico Pesce, un dibattito con Paolo de Nardis (sociologo), Paolo Leon (economista) e Lidia Ravera (scrittrice), e la proiezione di parti del film “La scuola è finita”. A Padova, fino alle 13, il Centro culturale Altinate aprirà le porte ad un incontro pubblico sul tema “La conoscenza motore dello sviluppo del paese” con la partecipazione di Susanna Camusso, segretaria generale Cgil e Domenico Pantaleo, Segretario generale Flc Cgil. Avellino ha organizzato un’assemblea dal titolo eloquente: “Essere studenti oggi”. La Statale di Milano sciopererà. La mobilitazione dei comparti dell’Università e Ricerca prevede infatti che tutto il personale getti la spugna per le ultime 4 ore di servizio. Stessa cosa a Torino e a Ferrara. Il black out è previsto per l’intera giornata del 17. A Messina, dalle 16, nel cortile del rettorato dell’università si terrà lo spettacolo teatrale “Pane e Divina Commedia”, in risposta alla ironica battuta di Tremonti sul “panino alla cultura”. Gli studenti di Alessandria, invece, ci berranno su con un “aperitivo” della conoscenza offerto dalla Camera del Lavoro al personale della scuola, a studenti e genitori. Ad Ancona, il Comitato degli iscritti Flc-Cgil della Politecnica delle Marche distribuirà davanti a tutte le facoltà mele con lo slogan: “Emergenza università: siamo alla frutta!”. Da Pesaro ad Urbino gli studenti faranno una “passeggiata per i diritti” durante la quale i “maratoneti” incontreranno lavoratori in cassa integrazione e docenti precari. A Cesena si studierà nei Giardini Pubblici dove si terranno “lezioni/azioni” di docenti e ricercatori.
Le richieste. Da Nord a Sud, il leitmotiv della protesta non cambia. “Vogliamo investimenti per l’edilizia scolastica, una legge nazionale sul diritto allo studio, innovazione nei metodi didattici, maggiore democrazia e partecipazione nei processi decisionali nelle scuole, ma soprattutto, vogliamo un modello radicalmente alternativo di scuola e università che già stiamo praticando dal basso nei centri del sapere in mobilitazione e che rivendichiamo in maniera organica nel progetto di Altrariforma”. Il messaggio arriva dall’Unione degli Studenti ma quello lanciato dalle altre realtà in mobilitazione gli assomiglia. Non poco. Link, Coordinamento degli studenti universitari, per esempio, dopo aver “smascherato il taglio dei fondi sul diritto allo studio che lascerà a casa 150.000 borsisti” manifesta per evitare che “si vada alla discussione in Parlamento del ddl Gelmini, che rappresenta l’atto finale di distruzione delle nostre università”. La Rete della Conoscenza (www. retedellaconoscenza. it) invece ha deciso di approfittare della giornata di mobilitazione internazionale e fare del 17 un’occasione per “affiancare le nostre iniziative a quelle di tanti studenti in Europa che si faranno sentire per veder garantito e ampliato il diritto allo studio per tutti”.