Lettera aperta sul bando FIRB

Ecco il testo della lettera. Per firmare la petizione e saperne di più, segui questo link: gopetition.

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, On. Mariastella Gelmini.

In questa politica fatta di grandi annunci e non altrettanto grandi
riforme, il 19 dicembre 2008 il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca decise di stanziare 50 milioni di euro
allo scopo di "favorire sia il ricambio generazionale sia il sostegno
alle eccellenze scientifiche emergenti e già presenti presso gli atenei
e gli enti pubblici di ricerca aderenti al MIUR, destinando adeguate
risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale." Il
programma è denominato “Futuro in ricerca”
(http://futuroinricerca.miur.it/) ed è rivolto a dottori di ricerca non
strutturati (precari) di età non superiore ai 32 anni e a giovani
docenti o ricercatori (strutturati) di età non superiore ai 38 anni. La
scadenza per la presentazione dei progetti era fissata al 27 febbraio
2009, la valutazione affidata ad una commissione di esperti
internazionali.




Si tratta di un progetto che nonostante i molti limiti presenta alcuni elementi significativi di innovazione in quanto:

a) per la prima volta viene data la possibilità di partecipare a
ricercatori precari, che molto spesso rappresentano la vera forza
lavorativa delle università italiane, sia per quanto riguarda la
didattica che l’attività di ricerca;

b) si fa esplicito riferimento alla presenza di esperti revisori
stranieri, nel tentativo di rendere più trasparente e meno pilotabile
il concorso. Questi due punti, presenti praticamente in qualsiasi bando
europeo, sorprendentemente rappresentano una novità per dei bandi
italiani.

Certo, i fondi sono incredibilmente sottodimensionati rispetto alle
reali necessità dei ricercatori italiani, essendo destinati a
finanziare ricerche in tutte le discipline, dalle umanistiche alle
scienze. Secondo i dati forniti da Mauro Massulli, responsabile Miur
del programma, le domande presentate sono 3792, quattro volte più
numerose di quanto avessero previsto al Miur, e di queste ne verranno
finanziate presumibilmente una sessantina, quindi circa l’1.5% del
totale. Nonostante queste premesse, nonostante la burocratizzazione
eccessiva e le scarse probabilità di vincere, questi fondi
rappresentano un lumicino di speranza nella vita di migliaia di
ricercatori italiani, speranza di continuare le loro ricerche e in
alcuni casi un’opportunità per tornare in Italia almeno per qualche
anno.

Naturalmente il futuro, specialmente in ricerca, è sempre meno roseo di
quanto uno si aspetti. Secondo quanto scritto nel bando, infatti, la
procedura di valutazione doveva concludersi il 26 agosto, giorno in cui
avrebbero dovuto rendere pubblici i risultati. Invece oggi, quasi due
mesi dopo la scadenza che il Miur si è autoimposto, di tali risultati
ancora non si sa nulla! Scrivendo al Miur si ottiene la risposta
automatica: «Al momento la Commissione di valutazione non si è ancora
insediata. Con successivo provvedimento verranno indicati i nuovi
termini di valutazione».
Nei giorni scorsi vari quotidiani nazionali si sono occupati del
problema (Alessandra Migliozzi su Il Messaggero, Gianni Trovati su Il
Sole 24 Ore, Cesare Segre e Antonio Carioti sul Corriere della Sera),
ed è stata presentata anche una interrogazione parlamentare
(Interrogazione a risposta in Commissione 5-01870 firmata dall’On.
Manuela Ghizzoni, PD).

Ci chiediamo come sia possibile che il MIUR non sia in grado di
rispettare i termini da esso prefissati: sei mesi sembrano più che
sufficienti per nominare una commissione. Ci chiediamo come sia
possibile che n quasi due mesi il MIUR non trovi il tempo di rilasciare
un comunicato ufficiale; neanche a fronte delle numerose email,
articoli di giornale e di una interrogazione parlamentare. Nel
frattempo apprendiamo da una nota del CUN che a fine settembre il Prof.
Rizzarelli ha presentato le sue dimissioni da Presidente del FIRB (i
fondi con cui “Futuro in ricerca” è finanziato), cosa che dovrebbe far
riflettere su quanto sia anomala questa situazione.

Con questa lettera, promossa dall’Associazione Precari della Ricerca Italiani
(www.ricercatoriprecari.it) e firmata da candidati del programma
“Futuro in ricerca”, intendiamo sollecitare una risposta del MIUR alle
nostre domande. Chiediamo un comunicato ufficiale che spieghi i motivi
di una situazione kafkiana che appare incredibile, specialmente agli
occhi di quelli di noi che da tanti anni svolgono ricerca all’estero,
dove certe cose generalmente non accadono.

Benché affidare la propria carriera a questo programma sia come far
affidamento su una vincita al Lotto, se voi aveste giocato al Lotto non
vorreste almeno conoscere i numeri estratti?

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