Ferrara – aumentano le tasse

Protestano gli studenti: ”Noi la crisi non la paghiamo”

Tasse universitarie, arriva la stangata

di Mauro Alvoni

 

 

Aumenti medi di 120 euro con picchi fino a 180 euro, che
graveranno su oltre 15mila studenti sui 17mila iscritti all’Università
di Ferrara. Così gli studenti universitari pagheranno la crisi
economica e i conseguenti tagli della finanziaria che colpiranno gli
atenei, coprendone il buco che si determinerà sotto forma di maggiori
tasse d’iscrizione.

 

Questo almeno risulta a 7 consiglieri di minoranza del Consiglio
degli Studenti (3 del Rua, la Rete Univesitaria Attiva, 3 di Officina e
1 indipendente) dell’Università di Ferrara, che già qualche mese fa
avevano messo in guardia lo stesso consiglio sugli effetti ‘devastanti’
della riforma Gelmini, presentando una mozione respinta dalla
maggioranza. ”Ciò che temevamo si è verificato – ha detto oggi in
conferenza stampa l’indipendente Andrea Musacci – tanto che gli aumenti
delle tasse sono già effettivi e ieri, durante un incontro tra docenti
e personale tecnico amministrativo, è stato dichiarato apertamente che
serviranno a chiudere i buchi causati dai minori trasferimenti
statali”.

 

Secondo i dati in possesso dei sette consiglieri, che hanno
mostrato alla stampa cittadina tabelle esemplificative delle loro tesi,
ad essere maggiormente colpiti dagli aumenti saranno gli studenti di
tutte le cinque fasce di reddito attualmente previste. ”Con la novità
dell’introduzione del criterio di merito, che permette di avere una
riduzione nell’aumento delle tasse – ha spiegato poi Giovanni Oliva –
risulta che a subire i maggiori aumenti sono gli studenti della prima e
della quinta fascia di reddito, cioè i più poveri e i più ricchi, che
sommati sono oltre 15mila”.

 

Ma c’è di più, perché un’ulteriore novità riguarda i fuori
corso: ”Dall’anno prossimo – ha aggiunto Oliva – chi si troverà ad
essere fuori corso passerà direttamente all’ultima fascia di reddito”.

Per i sette consiglieri di minoranza è ancora possibile agire
nella direzione di una revisione del sistema e le proposte da mettere
sul tavolo sono essenzialmente tre. Innanzitutto l’istituzione di nuove
fasce, in modo da distribuire e stemperare gli aumenti, ricordando che
all’Università di Bologna, ad esempio, esistono 9 fasce di reddito.
”Vanno inoltre riconsiderati i parametri che stabiliscono l’importo
delle diverse tassazioni per le diverse facoltà, suddividendo inoltre
il pagamento in 3 o 4 rate invece delle 2 attuali”.

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