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A Berlino le università sono gratuite – ed attirano moltissimi studenti stranieri. “Mentre le università italiane, anche statali, costano sempre di più, la Germania garantisce il diritto allo studio. Ed è assalto alle università berlinesi degli studenti stranieri, tra i quali molti italiani.” Leggi l’articolo qui.

Segnaliamo due interventi sul tema del governo tecnico e sul rapporto tra sapere, governare, fare politica.  Il primo è ‘La nuova rivoluzione liberaloide‘, di Francesco Sylos Labini, sul Fatto Quotidiano: “Una nuova specie d’intellettuali-scienziati è apparsa da qualche tempo a questa parte sui maggiori mezzi d’informazione, siano essi quotidiani, trasmissioni televisive o siti di “approfondimento”. Continue reading →

Un articolo sull’Erasmus da EastJournal. “Per l’Unione Europea sarebbe un micidiale autogol rinunciare al progetto che più di altri è in grado diformare cittadini europei ed europeisti. Infatti a Bruxelles fanno il possibile affinché questo non accada. Si è visto che lo sgambetto è stato fatto dai governi nazionali che, preda (chi più, chi meno) dell’ondata di nazionalismo che attraversa il continente, non hanno ritenuto importante investire sull’Europa. E l’Unione allora ci mette una pezza. Ma fino a quando potrà durare questo giochetto?”

Due interessanti approfondimenti de Il Bo, il giornale dell’università degli studi di Padova, sullo stato dell’istruzione in Spagna – “150 mila studenti rischiano di essere espulsi dall’università spagnola. A lanciare l’allarme è la CRUE, la conferenza dei rettori, equivalente iberico della CRUI, in un recente rapporto ripreso dalla rivista Diagonal. La stima è legata all’aumento delle tasse universitarie” – e sul numero crescente di laureati di Cina e India, legato ai consistenti investimenti “Che la global talent pool, la “massa globale dei talenti”, stia cambiando dimensioni e composizione non è certo una novità. Il fattore nuovo è costituito innanzitutto dalla Cina che, dopo essersi dedicata nel secondo dopoguerra ad abbattere l’analfabetismo (che oggi interessa appena l’1,2% dei cinesi tra i 15 e 24 anni), dagli anni 2000 si è concentrata soprattutto sull’alta educazione: in quindici anni gli istituti universitari sono più che raddoppiati”.