Articolo da Repubblica on line.
La decisione fa riavvampare la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni a chi insegna il cattolicesimo
Aumenti ai prof di religione È la "sorpresa" di Tremonti
Nella busta paga del mese di maggio troveranno circa 220 euro in più di SALVO INTRAVAIA (16 gennaio 2010)
A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir (il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione). "Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale". Una cosetta di non poco conto visto che l’Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell’intera retribuzione dell’insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.
Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell’ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione (l’attestato dell’ordinario diocesano) e scatti biennali anche per i precari). "Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario", dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief (l’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione).
La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.
E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico. Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell’Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all’oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003".
Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l’immissione in ruolo. E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all’anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni.
Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.