L’Associazione Italiana per la Ricerca esprime parziale soddisfazione per l’introduzione di elementi nuovi da lungo tempo richiesti nel Disegno di Legge di riordino dell’Università.
Tra questi annoveriamo la distribuzione delle risorse sulla base della qualità, la volontà di sanare i conflitti di interesse mediante il codice etico, e ancora la maggiore internazionalità mediante la presenza di personalità straniere nelle nostre commissioni. Da chiarire invece il numero di unità di personale di ruolo previsto a valle della riforma: è possibile accettare l’uscita dal ruolo dei ricercatori solo se la loro quota è ri-assegnata come personale immesso nella seconda fascia di docenza.
Non è invece accettabile il mantenimento degli assegni di ricerca in questa forma, poiché oltre a non essere conformi alla Carta Europea del Ricercatore, ne è prolungata la massima durata da 8 anni incluso il dottorato a 10 anni escluso il dottorato, e portano, se serializzati al contratto 3+3 da ricercatore, l’età di ingresso in ruolo a 42 anni anziché 30 come annunciato dal Ministro, come sarebbe reso possibile dal testo attuale.
Enrico Prati, PhD
Segretario Associazione Italiana per la Ricerca