Piazza Affari (Milano) è affollata, di questi tempi. Ieri, 25 marzo, all’incontro delle Fabbriche di Nichi sull’Economia (e la ricerca e l’innovazione) due giovani precarie, Cristina Tajani (Flc-CGIL, Università di Milano) e Annarosa Pesole (Imperial College Business School) hanno detto la loro, chiaramente, su cosa sta succedendo in questo paese, su ciò che non siamo e su ciò che non vogliamo. “Una recente ricerca dell’Imperial College mostra che la forma più efficace in termini di crescita è l’investimento diretto nella ricerca universitaria” afferma Annarosa “ma per ora, nelle università, manca ancora chi se ne potrebbe occupare, quei giovani che sono oggi tagliati fuori e costretti ad emigrare. L’università va radicalmente riformata!”. “Qualcosa è cambiato – continua Cristina – i bamboccioni sono cresciuti e sono pronti a rivendicare i propri diritti”. Come si può chiedere ai giovani di immaginare il futuro, in un presente incerto e deprimente?
Tito Boeri, presente all’incontro, ha ricordato il drammatico e pericoloso calo delle immatricolazioni in Italia. “In compenso – risponde Annarosa – cresce la quota di immatricolazioni di Italiani nelle università estere. E non se ne vanno solo gli intellettuali – continua – ma chiunque cerchi il riconoscimento della dignità del lavoro”. “L’investimento nella formazione – ricorda Cristina – è cruciale anche e soprattutto in un momento di crisi. Non basta parlare di meritocrazia: questa riforma ha consegnato l’università in mano alle vecchie generazioni. Ai giovani viene richiesto di investire nella conoscenza in un contesto che la squalifica sistematicamente”. Smettetela di dirci cosa dovremmo fare!