Giovanni Muto”
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Roma, 28 febbraio 2011
All’On. Maria Stella Gelmini
Ministro della Pubblica Istruzione
e per conoscenza:
Al Presidente della CRUI
Al Magnifico Rettore dell’Università Telematica E-Campus
Ai membri del CUN, area 11 (con preghiera di diffusione al CUN)
Ai Soci della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea
Ai Soci della Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna
Gentile Signor Ministro,
Ci permettiamo di attirare la sua attenzione sul fatto seguente. In alcuni concorsi per ricercatore a tempo determinato, banditi nelle nostre discipline (Storia contemporanea e Storia Moderna) e tenutisi nel 2010, faceva parte delle commissioni un solo professore della disciplina stessa, che era quindi teoricamente in minoranza.
Alla luce dei regolamenti delle Università—nel caso a nostra conoscenza un Ateneo telematico—tale procedura non è illegale, ma certo manifestamente irragionevole. Essa solleva a nostro parere, un problema meritevole di riflessione, e d’intervento, tanto più che l’articolo 24 della nuova legge che porta il Suo nome non sembra affrontare la questione.
Si profila infatti il rischio di una sottrazione delle scelte concorsuali al controllo della comunità scientifica di settore, tanto più grave perché manca anche un riferimento ai macro-settori in via di costituzione, con la conseguente possibilità—puntualmente verificatasi—che a giudicare della qualità e del merito scientifico dei concorrenti si trovino colleghi che non possiedono le competenze necessarie ad una valutazione che auspichiamo il più rigorosa e fondata possibile.
Il rischio in questione è accresciuto:
1. Dal fatto che, con la nuova legge i concorsi di ricercatore a tempo determinato saranno una via di ingresso al ruolo di professore;
2. Dall’apertura dei giudizi d’idoneità nazionali, che rischia di indebolirne quella funzione di filtro centrale che gli era stata attribuita.
E’ realistico pensare che, se le cose non cambiassero, anche attraverso una messa a punto dei criteri di formazione delle commissioni concorsuali per i ricercatori a tempo determinato, si verrebbero a produrre le seguenti conseguenze:
a. I concorsi di questo tipo potrebbero risultare svincolati dal controllo scientifico disciplinare;
b. Poiché sembra imminente l’avvio dei giudizi d’idoneità, data la decisione di non porre limite alle idoneità conseguibili, non è improbabile che dei ricercatori, assunti con la procedura che Le abbiamo segnalato, possano ricevere una delle predette idoneità;
c. Attraverso questo meccanismo anche la selezione dei professori delle singole discipline potrebbe sfuggire al controllo delle rispettive comunità scientifiche.
Poiché il nostro continuerà a essere un “sistema universitario nazionale” occorrerà—per evitare ogni deriva localistica—che il Ministero definisca in maniera chiara i criteri di composizione delle commissioni dei concorsi per ricercatore a tempo determinato, per far sì che anche l’accesso al primo gradino della carriera universitaria sia sottoposto ad un filtro scientifico più fitto, in particolar modo assicurando la congruità disciplinare delle commissioni concorsuali, almeno a livello di macro-area o per settori affini.
Con i più cordiali saluti,
Andrea Graziosi
Presidente, Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (www.sissco.it)
Giovanni Muto
Presidente, Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna (www.stmoderna.it)