(articolo da Il Fatto Quotidiano, di Mariano Cirino)
Gli studenti nordafricani muoiono a centinaia. Quelli italiani sono tutti morti, sepolti nel limbo mediatico. Sulla lapide, la data: 14 dicembre 2010. I blog degli studenti sono fermi a quella data, come per una magia della strega della Bella addormentata nel bosco. Dopo, il nulla, o quasi. Basta farsi un rapido giro sul web per capire che è finito il fervore che rimbalzava da un capo all’altro della rete coinvolgendo per la prima volta ragazzi giovanissimi nella protesta contro la riforma Gelmini e, si diceva, più in generale contro questo governo e la sua politica economica. Sì certo, i singoli continuano a protestare, ora sono scese in piazza le donne (insomma una cosa alla volta no?). Ma gli studenti sono scomparsi dallo scenario che conta, quello dell’opinione pubblica, che li esaltava quando issavano striscioni sui monumenti o si facevano scudo con i libri, o che li bacchettava quando tiravano una pietra.
Cosa è successo? Ci sono gli esami, forse, speriamo. E poi i mesi buoni per le manifestazioni sono l’autunno, e va beh quest’anno eravamo un po’ in ritardo, magari torniamo a maggio, e lì attenti a non ritardare troppo perché poi si va tutti in vacanza nella casa di mamma al mare oppure in campeggio per il mondo, ah lì sì che c’è la libertà. La riforma Gelmini, poi, ormai è approvata, per cui per che cosa dovrebbero protestare? Come dire che se passa la legge sulle intercettazioni, dopo non c’è più ragione di scendere in piazza. Follie.
Nell’epoca dei più grande sconvolgimenti dei popoli dai tempi di Tien-an-men, nessuno scende per le strade, dai non c’è problema, c’è il Pd, i radicali, qualcuno lo dice al posto nostro. Meglio combattere all’università di Messina per mantenere in pugno un’aula conquistata durante le lotte, o occupare case a Milano, in un uno sciame di occupazioni che arrivano a lambire le cronache locali, mentre le prime pagine sono occupate dalle case dei Vip, quelle sì che fanno notizia, sempre bravi i politici.
Però se non ci sono gli studenti è arrivato il grande movimento delle donne, e poi a Sanremo ha vinto Vecchioni, non è il segnale della riscossa? Per qualcuno la piazza invasa delle donne era come piazza Tahir, ma ci rendiamo conto del significato delle parole? Ormai si può dire di tutto senza vegogna. Bello leggere Gramsci e attaccare gli indifferenti, poi si torna alle Iene e via con gli stacchetti musicali, che un po’ come Saviano lo abbiamo fatto anche noi, è vero Luca e Paolo (direbbe un Crozza veramente cattivo guardandovi negli occhi)? Basta leggere delle belle parole guardando in camera con sguardo intenso. Peccato che Saviano la luce della sofferenza ce l’abbia negli occhi, e voi, per vostra fortuna, vivete molto più rilassati di lui. Vi verrebbe molto meglio dire “va tutto bene, siamo due ragazzi fortunati, secondo noi in Italia non ci sono problemi, o almeno noi non ne abbiamo. Certo se vince la sinistra meglio, ma insomma anche così non ci possiamo lamentare”: sarebbe un gesto di estrema autenticità da parte vostra. Dai, ora difendiamo la costituzione il 12 marzo, poi attacchiamoci qualche post-it sulla fronte che viene bene sia su facebook che sui giornali (le ragazze sono tanto più fotogeniche dei ragazzi, avete notato?). Poi a giugno tutti a Formentera.