Dal cpu
Candida ingenuità o piatto di lenticchie?
La commissione bilancio del Senato ha espresso parere contrario per mancanza di copertura a tutti gli emendamenti al decreto milleproroghe che avrebbero consentito di prorogare gli “sconti” sul calcolo della spesa in stipendi degli atenei. Questa gravissima decisione pare del tutto destituita di fondamento, dal momento che la stessa disposizione è stata presente per anni nei milleproroghe passati e avrà il gravissimo effetto di produrre una paralisi totale del reclutamento negli atenei italiani, spazzando via la presunta “tenure track” (in realtà “precarizzazione del ricercatore”), il reclutamento di professori associati e qualsiasi proposito di ringiovanimento del corpo docente italiano. Solo i rettori della CRUI potevano credere che l’approvazione della “riforma” Gelmini avrebbe convinto il ministro dell’economia Giulio Tremonti ad aprire i cordoni della borse e favorire il rilancio dell’università. Per quanto ci riguarda, dobbiamo invece constatare come le motivazioni delle proteste autunnali erano e sono drammaticamente valide. I proclami del ministro Gelmini e gli entusiasmi dei rettori della CRUI sono serviti solo a coprire una devastante operazione di smantellamento dell’università pubblica e della libertà di insegnamento.
Diffondiamo nuovamente il testo di un profetico comunicato che abbiamo reso pubblico già lo scorso 2 gennaio:PASSATA LA FESTA, GABBATO LO SANTO (E ANCHE LA GELMINI, LA CRUI, VALDITARA, QUAGLIARIELLO…)
In perfetta simultaneità con la definitiva promulgazione della cosiddetta “riforma Gelmini” (in realtà “legge Tremonti”), è apparso in Gazzetta Ufficiale il testo del tradizionale decreto milleproroghe di fine anno. Stavolta, c’è un bel regalo per tutto il mondo universitario: l’assenza della proroga degli sconti nel calcolo della spesa in stipendi degli atenei. Evitando di entrare nei dettagli tecnici, questa bella novità avrebbe l’effetto di portare quasi tutte le università oltre il 90% nel rapporto stipendi/FFO, provocando un blocco del reclutamento che comprenderebbe anche i nuovi contratti da ricercatore a TD, ovvero la “tenure trash”, pilastro della pseudo-riforma appena approvata dal Parlamento.
Non c’è voluto molto tempo perché si chiarisse in maniera inequivocabile e definitiva quale è il vero fine della politica universitaria dell’attuale maggioranza di governo: non riforme epocali, ma epocale distruzione del sistema dell’istruzione universitaria e delle ricerca pubblica. E’ evidente che il ministro Gelmini e i suoi pretoriani (i vertici della CRUI, il consulente Schiesaro, i senatori Quagliariello, Valditara, Asciutti, Possa…) sono stati bellamente presi in giro dal ministro dell’economia. Se davvero si volesse valorizzare il merito nel nostro paese, questi personaggi, a partire dal ministro, dovrebbero prendere atto della propria incapacità politica e rassegnare immediatamente le dimissioni dagli incarichi che ricoprono. Purtroppo, come era facile intuire il vero fine della politica universitaria di Tremonti, è altrettanto facile prevedere che, come al solito, prevarrà l’amore per le poltrone e per le posizioni raggiunte.
Non potendo contare sull’azione del ministro e tantomeno su quella di coloro, a partire dalla CRUI, che in questi mesi sono stati complici interni ed esterni della devastazione dell’università, ci rivolgiamo al mondo universitario e a tutte forze che si stanno battendo per la difesa e il miglioramento dell’università pubblica affinché esercitino la propria pressione per contrastare anche questa nuova iniziativa del ministro dell’economia.