Lo studio ha preso in esame i brevetti presentati dai ricercatori italiani all’estero negli ultimi 20 anni. Il valore dei brevetti diretti dai top 20 italiani fuggiti all’estero e’ di 861 milioni di euro netti e su 20 anni il dato si attesta a 2 miliardi di euro. Se si considerano tutti i brevetti, quelli in cui e’ italiano l’inventore principale o un membro del team, arriviamo ad un valore rispettivamente di 1,7 miliardi euro e a 3,9 miliardi di euro.
La fuga descritta dalla ricerca appare inarrestabile: il 35% dei migliori 500 ricercatori italiani, spiega lo studio, abbandona il Paese. Fra i migliori 100, uno su due sceglie di lavorare all’estero, mentre nei top 50 la percentuale di fuga sale al 54% e solo 23 ricercatori sono ancora in Italia: ”Una tale situazione comporta anche una importante perdita economica per il nostro Paese – sottolinea Andrea Lenzi, presidente del Cun – Come dimostrato dalla indagine economica presentata in questo convegno, la ricerca non e’ solo in teoria uno dei motori dello sviluppo di ogni sistema paese, ma e’ anche in pratica un grande investimento’.
Restera’ invece in Italia, almeno per i prossimi 4 anni, Tiziana Vavala’, la ricercatrice under 35 dell’universita’ di Torino premiata oggi: per i suoi studi sui markers oncologici ricevera’ 360mila euro.”Fare la ricercatrice qui in Italia e’ quasi un’avventura – ha affermato Vavala’ – non un incentivo, non un incoraggiamento, e’ quasi un atto di coraggio”. La regione italiana che ha ceduto piu’ talenti, secondo i dati presentati, e’ la Lombardia, che si e’ lasciata sfuggire 704 milioni di euro, come valore attuale dei suoi brevetti, e circa 1,7 miliardi di euro dal 1989 ad oggi. Per quanto riguarda invece il costo di un singolo scienziato che dall’Italia si trasferisce all’estero la perdita e’ di 63 milioni, che diventano 148 se si considera tutta la durata media della vita scientifica del ricercatore, e a cui andrebbero aggiunti i 900mila euro necessari per tutto il ciclo di formazione.
Alla consegna del premio, che dalla prossima edizione avra’ anche il sostegno della fondazione Cariplo, c’era anche Napoleone Ferrara, l’ultimo dei Lasker Awards per la ricerca clinica, emigrato negli Usa gia’ da molto tempo: “E’ noto anche alla comunita’ internazionale che l’Italia e’ un paese pieno di talenti – spiega Ferrara – ma che i fondi e i posti nell’universita’ sono meno di quelli che servirebbero. Negli Usa c’e’ un investimento enorme nella ricerca, penso che il resto del mondo dovrebbe prendere esempio”. La borsa di studio del 2011, il cui bando e’ stato presentato oggi, avra’ come tema: “Sviluppo di nuovi biomarcatori per la diagnosi precoce della Malattie Alzheimer”.