L’elaborazione di una Riforma dal Basso significa che dobbiamo essere il nostro Ministro Onda, cioe’ dobbiamo pensare a quello che vorremmo e a come riuscire a costruirlo.
In questo momento e’ vitale che il nostro discorso si articoli di concretezza e ambizione.
Di protagonismo.
I punti che abbiamo individuato in queste settimane, come la questione delle gerarchie, dei fondi, dei diritti, del futuro devono prendere corpo in proposte di senso.
Dobbiamo fare un gran lavoro da un lato, di ricostruzione del reale e dall’altro di rivalutazione di cio’ che funziona, ci piace, vogliamo valorizzare dell’universita’ in cui siamo, e di proposta alternativa rispetto a quello che non vogliamo.
E’ infatti nelle prossime settimane che possiamo dare il nostro massimo e definire anche noi, come hanno fatto gli studenti, un’idea di quello che vorremmo.
Il primo passo e’ sicuramente il riconoscimento, l’affermazione del soggetto.
La nostra protesta e’ capillare, questo e’ ovvio, ma bisogna far si’ che si esprima anche come forza a livello nazionale.
Due sono i momenti di questa affermazione.
Un piano nostro, interno, in cui "ci si riconosce".
L’Auto-Inchiesta e’ quel passaggio fondamentale, non solo per censire, ma per raccogliere valutazioni, idee e proposte di tutti gli interessati su cui costruire una proposta complessiva che nasca dall’esperienza e dall’idea di tutti.
Questo passaggio e’ necessario ed e’ il presupposto per l’articolazione dei nostri contenuti, che, seppure embrionalmente sono usciti da Roma, vanno approfonditi e sviscerati.
Come arrivare ad un’auto-inchiesta nazionale?
Sicuramente, muoversi chiedendo l’anagrafe dei contratti va bene, ma non basta.
La capillarita’ della mobilitazione puo’ permetterci di fare un salto di qualita’ nell’inchiesta.
Ognuno, nelle proprie universita’ puo’ chiedere o ottenere gli elenchi mail della facolta’, e lanciare l’auto-inchiesta.
Un piano esterno.
Non c’e’ ancora stata una presa di parola diretta, nostra, collettiva.
Questo deve essere fatto al piu’ presto.
Una conferenza stampa nazionale di lancio dell’inchiesta nazionale puo’ essere l’occasione per affermare la nostra presenza e capacita’ di mobilitazione.
Il lancio dovrebbe avvenire anche su un piano simbolico.
— Dove si potrebbe fare questo lancio? All’Inps? Che so… pensiamoci! Bologna e Roma restano entrambe appetibili. Ovviamente in termini di bieche distanze, noi scegliamo Bologna! 😉 Ma la scelta, a mio avviso, deve essere fatta in base alla forza del piano simbolico che riesci a mettere in campo (cioè idee per un’azione!). —-
Dar vita a questi ambiziosi obiettivi arrivando al 12 dicembre, giorno dello sciopero generale, forti di questa costruzione di percorso e di senso, dei nostri contenuti.
Avendo costruito quello che siamo, e soprattutto che saremo,continuando a costruire insieme a tutte le componenti dell’universita’ e delle scuole la nostra Riforma dal Basso, cosi’ come abbiamo fatto fin dall’inizio.
E in questa direzione dobbiamo continuare ad andare.
Questo in vista del 12 dicembre, momento in cui ognuno di noi scendera’ in piazza nei suoi territori e generalizzera’ lo sciopero con le proprie specificita’ e all’interno dei percorsi reali che ha costruito in questi mesi, ma soprattutto in vista dell’imminente chiusura della Finanziaria e
del "piano" di risposta alla crisi.
L’incapacita’ di questo governo di rispondere alla crisi delle banche e di dare risposte di senso alla recessione e’ davanti ai nostri occhi.
La’ dove servirebbe un piano allargato e generalizzato di rilancio del sistema economico e sociale su basi nuove, migliori, giovani, e dove servirebbe prevedere un piano di allargamento degli ammortizzatori sociali in vista degli effetti disastrosi che la recessione avra’ sul mercato del lavoro, questo governo e’ intenzionato ad avviare una politica di aiuti in pieno stile liberista, con al centro incentivi a imprese e famiglie-consumatori a pioggia.
—Come si diceva ridendo, dovremmo articolare una riflessione che abbia al centro: Dalla Paghetta al Welfare! 🙂 —
E infine la Riforma della scuola e dell’universita’ che di fatto smantella il sapere pubblico, una riforma fondata su razzismo e ignoranza.
Se fino al 12 dicembre possiamo pensarci in un momento di accumulazione, dopo il 12 non dobbiamo farci trovare impreparati.
Per questo e’ necessario un incontro nazionale che riassuma i passi avanti fatti nella costruzione della Riforma dal Basso e che delinei una visione comune di come affrontare il dopo-12 dicembre, momento di chiusura della finanziaria e del “piano anti-crisi”.