ROMA – E’ partita la prima occupazione in Italia. Università La Sapienza di Roma, Facoltà d’Ingegneria. Dopo tre settimane d’agitazione e lezioni bloccate dallo sciopero dei ricercatori, ieri all’ora di pranzo un’affollata assemblea – 250 persone, diversi docenti – ha scelto: tende in facoltà, sul tetto del chiostro, e studenti a passare la notte in aula appena chiusa la visione di “Draquila” di Sabina Guzzanti. “Non c’era attività universitaria, meglio fermare tutto”, dicono i portavoce di Link, la rete universitaria.
Alla Sapienza ci sono state assemblee contro la “riforma Gelmini” e “la difesa dei beni comuni” in sei facoltà: Lettere, Filosofia, Sociologia, Economia e Scienze politiche. Chi aveva iniziato la protesta prima, Ingegneria, appunto, in agitazione dal 27 settembre, ha scelto di dare il via all’occupazione della sede. Da mercoledì, riunione d’ateneo, potrebbero partire nuove iniziative.
La novità è che il movimento 2010, che prova a smarcarsi dall’eredità dell’Onda portando la contestazione studentesca dentro la società, trova la benedizione del corpo insegnante e degli stessi presidi di Facoltà. Fabrizio Vestroni, a capo di Ingegneria, ha già fatto sapere: “I tagli della Gelmini stanno mettendo a rischio i corsi della stagione che parte”. E ieri anche i vertici di Ingegneria aerospaziale hanno abbracciato lo stop alle lezioni.
Nel mondo universitario italiano le assemblee si susseguono in vista della discussione del decreto legge di riforma firmato dal ministro Mariastella Gelmini, giovedì alla Camera. Gli studenti – tutti, superiori e universitari – hanno annunciato mobilitazioni sotto il Parlamento. E per sabato prossimo, alla manifestazione sul precariato indetta a Roma dalla Fiom, si attendono vasti pezzi del mondo della scuola. (11 ottobre 2010)