Comunicato stampa contro l’aumento dell’aliquota per i parasubordinati

Comunicato stampa (riceviamo e pubblichiamo, ai fini del dibattito)
*TREMONTI METTE LE MANI NELLE TASCHE DEI PRECARI PER PUNTELLARE UN GOVERNO FALLIMENTARE*

Da notizie di stampa sembrerebbe che il Governo intenda aumentare l’aliquota previdenziale per le lavoratrici e i lavoratori “precari”, i cosiddetti parasubordinati, dal 26,72% al 33,72%. Un nuovo salasso ancora una volta interamente a carico dei lavoratori, erodendo il loro già esiguo compenso netto, e non delle imprese (come già successo nei 15 anni precedenti).****

Gran parte dei *744.513 *lavoratori atipici iscritti alla gestione separata INPS nel 2009 con un solo committente ha un reddito medio di *8.201,93 *€ lordi annui,  nel 2007 il reddito medio era di *8.800 €* lordi annui (Osservatorio lavoro atipico Un. La Sapienza). Il 45% dei professionisti con partita iva individuale ha un reddito inferiore ai 15.000% €, 23% meno di
10.000€ (Ires, Professionisti: a quali condizioni?).****

Questo iniquo aumento non servirà a disincentivare il ricorso al lavoro parasubordinato o a
partita iva individuale, come dimostrato dall’aumento dei precari in tutti questi anni di continuo incremento dell’aliquota previdenziale.
Senza “compensi minimi” concordati, le imprese lasceranno invariati i compensi lordi scaricando sui lavoratori parasubordinati anche i 2/3 a carico loro o ricorrendo maggiormente alle partite iva che già oggi pagano interamente la contribuzione INPS. L’assenza di redditi equi, unitamente alla mancanza di politiche di sostegno al reddito, rende non dignitose le prospettive di vita e previdenziali dei lavoratori parasubordinati e a partita iva individuale, scaricando sui singoli il peso dei costi previdenziali, l’assenza delle protezioni sociali e delle tutele durante il rapporto di lavoro.****

Non sono più rinviabili la revisione dei coefficienti previdenziali e la disposizione della garanzia dei futuri rendimenti pensionistici almeno al 60% della retribuzione, così come indicato nel protocollo sul welfare del 2007. Occorre una completa totalizzazione dei contributi versati nelle diverse gestioni, anche eliminando il requisito minimo dei tre anni di contribuzione. In ragione della crisi economica e di tutti gli aspetti di criticità presenti nel sistema del lavoro precario e professionale, pensiamo si debba prendere in considerazione, per le fasce più deboli iscritte alla gestione separata INPS, una dilazione per versamenti che già oggi, spesso, non possono essere onorati creando involontaria evasione contributiva.****

Non siamo contrari in via di principio ma riteniamo che, prima di considerare altri aumenti dei contributi previdenziali nella gestione separata INPS, vada affrontato il tema dell’equità e del limite minimo dei compensi, senza il quale non si garantisce una pensione dignitosa ai
parasubordinati.****

Inoltre, non si disincentiva il fenomeno perché il maggiore costo viene scaricato su lavoratori già malpagati e ricattati, diminuendo ulteriormente il compenso netto di persone che hanno un lavoro precario con scarse protezioni sociali e nessun ammortizzatore di sostegno al reddito in caso di disoccupazione.****

*L’AUMENTO DEI CONTRIBUTI SENZA
RETRIBUZIONE MINIMA *

*E’ UN FURTO AI PIU’ DEBOLI E AI PIU’ GIOVANI,
PER MANTENERE UN SISTEMA
INEFFICIENTE*

*DIAMO EQUITA’ E DIGNITA’ A
TUTTI*

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*SALVO BARRANO*

*Portavoce Ass. 20 maggio – Flessibilità
Sicura*

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