Valutazione dei ricercatori sulla manovra finanziaria

Riceviamo e pubblichiamo 
Il corriere online riporta una bozza della finanziareia. Vi allego le riflessioni operate dalla rete dei ricercatori Rete 29 Aprile.
*Manovra finanziaria: le retribuzioni dei giovani ricercatori tagliate più di quelle dei parlamentari*Il taglio retributivo per i ricercatori universitari all'inizio della carriera è maggiore del tanto declamato taglio alle retribuzioni dei parlamentari, dei ministri e dei sottosegretari di stato e dei manager pubblici. È quanto risulta dalla bozza della manovra finanziaria correttiva pubblicata dal Corriere della Sera online, con misure che vanno a colpire tutto il sistema universitario nel suo complesso ma soprattutto i giovani ricercatori:
a) viene confermato il prolungamento del blocco del turn over nelle assunzioni nella pubblica amministrazione fino a tutto il 2014. Per l’università, nella prospettiva dell’uscita dai ruoli di circa 18.000 unità nei prossimi cinque anni, sarà semplicemente impossibile garantire gli stessi livelli di servizio e di offerta formativa.b) I tagli al fondo di finanziamento ordinario dell’università vengono prolungati nel tempo, arrivando al 2015, prevedendo tagli per circa 860 milioni di euro (art. 94 del testo provvisorio)c) Le progressioni stipendiali dei ricercatori giovani, assunti da poco e ancora in “periodo di conferma” (periodo di prova che dura tre anni) vengono congelate dalla manovra per gli anni 2011, 2012 e 2013 (art.14), facendo sì che il giovane ricercatore che supererà il giudizio di conferma in uno di questi anni si vedrà decurtata la retribuzione in maniera significativa rispetto a quanto previsto dalla tabella stipendiale. In cifre, si tratterebbe di 447 euro annui in meno per unricercatore con due anni di anzianità, di 894 euro annui per un ricercatore con tre anni di anzianità e di ben 1.581 euro annui in meno per un ricercatore con cinque anni di anzianità che sia stato appena confermato. I ricercatori più maturi, in servizio da nove anni, avranno un taglio pari a 4.745 euro annui. Questo, mentre da un lato si celebra l’attenzione di questo governo per i giovani e per la ricerca e dall’altro si assicura che il governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani.d) La tanto celebrata decurtazione del 10% delle retribuzioni superiori a 75.000 euro annui lordi, si applica solo alla parte della retribuzione eccedente questa soglia: se uno prende 77.000 euro perde il 10% di 2000 euro, 200 euro lordi (la metà di quanto viene tolto a un ricercatore appena assunto). Nel concreto, circa 10 euro al mese in meno in busta paga per uno stipendio di più di 4000 euro mensili. Una vera e propria cinica buffonata che poteva essere risparmiata agli italiani.Come se non bastasse, in questo quadro di incertezza e di depauperamento – ed a dispetto della necessità di “internazionalizzare” il sistema universitario italiano – viene imposto un drastico taglio alle spese per missioni all’estero rischiando di bloccare del tutto le collaborazioni e i progetti internazionali, la partecipazione a seminari e a riunioniessenziali per una ricerca che non voglia limitarsi al vicolo sotto casa.Tutto questo è semplicemente inaccettabile. Il senatore Valditara, relatore del progetto di legge sulla riforma dell’Università, ha assicurato solo pochi giorni fa che il governo non intendeva assolutamente penalizzare un settore strategico per il futuro del Paese: è così che non lo si penalizza? Tagliando in maniera pesante retribuzioni che non sono certo faraoniche e nel contempo facendo un piccolo e insignificante lifting agli stipendi di boiardi di stato e ministri e parlamentari?E che dire del Ministro Gelmini, che dichiara alla stampa che con il suo disegno di legge viene abolito "il ricercatore a vita” abolendo così anche il “precariato a vita”? (Il Giornale, 19 maggio) Dovrebbe sapere che i ricercatori a tempo indeterminato non sono precari, mentre lo sono tanti giovani in attesa che si troveranno le porte sbarrate per le scelte scellerate di questo governo.

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