Milano sta chiudendo – da Corriere on line

Sempre più buio…

LA DELIBERA IN VENDITA IMMOBILI DI PREGIO E TERRENI FUORI MILANO. «I FONDI COPRIRANNO I MANCATI DIVIDENDI DI A2A»

Cgil e centri sociali, all’ asta altri 67 palazzi

Il Comune dà il via libera a un nuovo fondo. «Il valore? Cento milioni»

 

Una sede della Cgil (via Giambellino 115), un circolo Arci (il «Bellezza», in zona Bocconi), il centro anarchico Ponte della Ghisolfa (viale Monza 255) e due centri sociali occupati: il Torchiera (piazzale Cimitero Maggiore 18) e il Cox (via Conchetta 18).

 

Tutti stabili di proprietà del Comune. Immobili che finiranno ora nel secondo fondo immobiliare che Palazzo Marino proprio ieri ha deciso di varare. In totale 67 «pezzi» (immobili, ma anche aree e terreni fuori dal Comune di Milano) che gestirà Bnp Paribas (stessa società a cui fu affidato il primo fondo immobiliare istituito due anni fa). Valore stimato? Un centinaio di milioni di euro. «Il portafoglio immobiliare – spiega l’ assessore al Demanio Gianni Verga – è composto di aree e edifici fuori dai confini cittadini, immobili non residenziali e unità condominiali». All’ asta non finiranno alloggi popolari. «Gli edifici di edilizia residenziale pubblica inseriti nel fondo immobiliare sono tutti fuori dal territorio cittadino. Per gli edifici Erp nel Comune di Milano ci sono piani di riqualificazione concordati con Aler», garantisce l’ assessore Verga. Nella lista compare invece più di palazzo di pregio. I centralissimi immobili, per esempio, di via Bagutta 12 (che ospita anche qualche associazione), di corso Vercelli 22 e di via Zecca Vecchia 3. Con la vendita di questi beni Palazzo Marino conta di poter incassare già nel corso del 2010 una plusvalenza di 15-20 milioni di euro. «Che potrà essere inserita in spesa corrente – assicura l’ assessore al Bilancio Giacomo Beretta – e utilizzata, in fase di assestamento di bilancio 2010, per recuperare parte delle risorse che non arriveranno a causa dei mancati dividenti di A2A». Nessun problema neanche dal patto di stabilità. Tremonti – spiegano sempre da Palazzo Marino – sta rivedendo le norme che impedivano di investire i fondi provenienti dalle dismissioni. Intanto le operazioni di vendita degli immobili del primo fondo da 255 milioni (77 gli immobili allora selezionati), varato alla fine del 2007, permetteranno a Palazzo Marino di incamerare entrate, sotto forma di plusvalenze, già per l’ assestamento di bilancio 2009. L’ amministrazione conta infatti di incassare a breve almeno 16 milioni dalle dismissioni che Bnp Paribas ha avviato proprio nelle ultime settimane. Critica Carmela Rozza, consigliere comunale Pd. Sulla scelta degli immobili, intanto: «Si stanno riducendo gli spazi per le associazioni e per i circoli culturali storici della città». Ma è tutto il senso dell’ operazione ad essere, secondo la Rozza, è poco convincente: «È evidente a tutti che questa non è la congiuntura più favorevole per vendere immobili. Fatta in questo momento, la dismissione serve solo a fare cassa. E soprattutto senza che ci sia alcun impegno a favore di veri investimenti in case». Andrea Senesi  

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